Il camion contro cui si è scontrato Alex Zanardi

Sarà ascoltato dalla procura di Siena come testimone nell’ambito dell’inchiesta per l’incidente ad Alex Zanardi, il videomaker al seguito della carovana che ha filmato l’incidente.

“Da quanto emerso la posizione del conducente è abbastanza chiara, non ha alcuna responsabilità. Ma per dimostrarlo serviranno delle perizie e soprattutto consulenze fatte a regola d’arte per evitare il balletto dei tecnici di parte. Anche perché, al momento, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla procura, nemmeno la comunicazione che il mio assistito è indagato”. Si esprime con cautela Massimiliano Arcioni, l’avvocato del camionista 44enne di Castelnuovo Berardenga che per adesso è l’unico indagato nell’inchiesta sull’incidente ad Alex Zanardi in condizioni gravissime all’ospedale Le Scotte di Siena. Proprio ieri i medici hanno deciso di rinviare il risveglio dal coma farmacologico alla prossima settimana. Non è ancora arrivato il momento. La decisione da prendere è di quelle troppo importanti e i medici hanno deciso di spostarla di qualche giorno. Se ne parlerà a partire dalla prossima settimana. Le condizioni cliniche di Alex Zanardi, sedato e in terapia intensiva, sono per il quarto giorno consecutivo stabili ma ancora non può essere risvegliato dal coma. Gli ematomi e i gonfiori al volto e alla testa devono prima riassorbirsi per poter effettuare qualsiasi tipo di esame strumentale che possa restituire una valutazione neurologica certa. Un’eventuale tac nelle condizioni attuali rischierebbe di non dare certezze. Perché adesso la partita della vita, dopo averlo stabilizzato, si sposta tutta sul momento in cui verrà presa la decisione di diminuire i dosaggi farmacologici e prendere coscienza della presenza di eventuali danni cerebrali. E così servono tempo e silenzio. Quel silenzio che i medici, su richiesta della famiglia, hanno velatamente chiesto. “Abbiamo bisogno di concentrarci ancora di più” ha detto il direttore sanitario Roberto Gusinu. Proprio nel momento in cui l’inchiesta punti gli occhi sulla sicurezza. Un incidente quello di Alex Zanardi, su cui ancora dopo giorni di interrogatori, testimoni ascoltati, ricerca di documenti e sequestri dei mezzi, non c’è chiarezza. E la domanda rimane sempre la stessa: come è possibile che un campione esperto come Zanardi possa aver attraversato la linea di mezzeria e andarsi a schiantare contro un camion. Un banale errore, una distrazione, oppure un guasto alla sua handbike o più drammaticamente una buca sul fondo stradale che ha fatto imbarcare la bici e buttare fuori traiettoria l’asso bolognese.  Anche su questa ipotesi sta lavorando la procura di Siena, con il sostituto procuratore Serena Menicucci che sta visionando i filmati sequestrati. Nei prossimi giorni saranno affidate le perizie sulla bici e sulla strada ad un consulente. Occorre sgomberare il campo da qualsiasi tipo di dubbio. “Se mi aspetto un’archiviazione?” “In tanti anni ho imparato che è sempre meglio essere cauti – aggiunge Arcioni. “Nei sinistri per incidenti anche gravi – spiega l’avvocato – sono fondamentali i primi rilievi effettuati dalla pattuglia che è intervenuta. Se sono fatti bene il lavoro dei consulenti di parte sarà abbastanza semplice”. E il lavoro per i periti non mancherà. Ci sarà da valutare la forza dell’attrito sull’asfalto, la velocità di urto tra i mezzi, così come la presenza di segnaletica sulla strada fotografata dai carabinieri intervenuti subito dopo l’incidente. Del resto il cuore dell’inchiesta rimane quello della sicurezza della ‘carovana’ della staffetta tricolore organizzata da Obiettivo 3. Appurato che quella ‘pedalata tra amici’ non aveva bisogno di autorizzazioni, rimane il nodo di come e se l’organizzazione abbia contattato i comuni nei quali è passata. E se, considerato l’elevato numero di partecipanti, si potevano prendere ulteriori precauzioni, oltre a quelle prese dai singoli comuni in autonomia. “Se era una manifestazione libera – ha detto Piergiorgio Assumma, presidente osservatorio incidenti stradali – i comuni sono stati più realisti del re per avere provato a creare un aspetto di sicurezza”. Anche ieri sono stati ascoltati come testimoni i quattro agenti della municipale di Torrita di Siena e Sinalunga che hanno scortato la carovana prima di arrivare a Pienza.

(da Il Tirreno di oggi)