La Toscana deciderà i sindaci tra quindici giorni, almeno nei Comuni più grandi chiamati ieri a rinnovare primi cittadini e consigli comunali. Questo è il dato più sorprendente per la regione un tempo più rossa d’Italia e oggi democratica nel senso di Pd. Ma se anche Bologna la dotta sarà costretta al secondo turno per vedere la vittoria del sindaco uscente Virginio Merola, stessa sorte è toccata di qua dall’Appennino ai candidati democratici, dove oltre al voto per il Sindaco si mischiava anche la politica nazionale. Come a Grosseto, dove era interessante vedere l’apporto del gruppo “Ala” di Denis Verdini al candidato Pd (apporto poco utile e fors’anche dannoso, anche se non come a Napoli) o a Sesto dove si giocava una rivincita renziana dopo il disarcionamento della sindaca renzianissima Sara Biagiotti ad opera degli stessi democratici. Qui il voto si era caricato di un forte significato per il Pd al punto che Matteo Renzi venerdì scorso era andato a chiudere la campagna elettorale. Niente. Tutto rimandato a domenica 19 giugno. Altro dato che salta agli occhi è lo sfarinamento in Toscana del Movimento 5 Stelle che non risente minimamente della vittoria lo scorso anno di Filippo Nogarin a Livorno. Presenti in molti comuni i grillini non riescono ad imporre nessun candidato nei grandi come nei piccoli Comuni, e men che meno a strappare un ballottaggio. La Toscana, per il momento, non fa per loro. Anche se resta l’incognita di come voteranno al secondo turno, e in qualche caso potrebbero essere decisivi alla vittoria dell’uno o dell’altro candidato.
Sesto Fiorentino, sinistra lacerata A colpire il dato di questa elezione è, comunque, il partito a trazione renziana che, nonostante il traino governativo, non sfonda, non convince, non asfalta più gli avversari in Toscana. A Sesto Fiorentino, dove era attesa la rivincita renziana in nome e per conto di quella Sara Biagiotti sfiduciata dalla minoranza Dem, il candidato Pd Lorenzo Zambini non va oltre il 34,3% e il Pd non supera il 28,6% dei voti. Un po’ pochino per quella che un tempo era la città rossa per eccellenza e che ieri ha distrribuito i voti tra Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana (27,09%), che andrà al ballottaggio, e Maurizio Quercioli (16,5%) sostenuto anche da Rifondazione Comunista. Insomma, a Sesto dove da un anno va in scena uno psicodramma dem tutto si risolverà tra quindici giorni, non essendo stata sufficiente la chiusura in grande stile della campagna elettorale, con tanto di Premier, sindaco di Firenze Nardella e del segretario regionale Pd Parrini. «Io e Nardella siamo stati eletti al primo turno, quindi Zambini devi farlo anche tu», aveva detto Renzi. Ma è stato sconfessato dagli elettori, che si sono presi altri quindici giorni prima di scegliere il loro sindaco.
Grosseto, difficile rimonta per il Pd Difficile per il Pd anche la situazione a Grosseto, unico capoluogo chiamato al voto. Qui la grancassa di Antofrancesco Vivarelli Colonna ha portato a casa il 39,6%, con una coalizione fortemente politica composta da Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia e varie liste civiche a sostegno. Forse il miglior risultato ottenuto dal centro destra in un Comune capoluogo; mentre il candidato del Pd, Lorenzo Mascagni si è fermato al 35,7, nonostante il supporto del Psi di Francesco Giorgi e di quella lista civica voluta da Denis Verdini e animata da Giovanni Lamioni (solo il 3,9%). il M5S con Giacomo Gori ha ottenuto il 19,6% e questi voti saranno determinanti per il vincitore. Nella foto a fianco i due candidati in un confronto pubblico “stringono” scherzosamente il nodo proprio a Gori per convincerlo, forse, a cedere il suo pacchetto di votanti.
Montevarchi e Sansepolcro rimandate Ballottaggio anche nell’aretino a Montevarchi dove Paolo Antonio Ricci (Pd) non va oltre il 31,1% (ma il Pd si ferma al 19,8%) e dovrà vedersela al ballottaggio contro la battagliera Silvia Chiassai che ha ottenuto il 34,4%. Qui peserà il voto del sindaco uscente (eletto cinque anni fa con il Pd) Francesco Maria Grasso che con la sua lista civica si è fermato al 19,2% e dei 5Stelle che con Carlo Norci hanno ottenuto il 10,7%. Vedremo dove i due movimenti faranno confluire i loro voti che saranno decisivi per la scelta del prossimo primo cittadino; a Sansepolcro il sindaco uscente Pd, Daniela Frullani (29,9%), proverà a recuperare contro il civico Mauro Cornioli (42,6%). I voti del centrodestra andati a Tonino Giunti (18,7%) saranno decisivi.
Cascina e Altopascio, confronto serrato Nel pisano a Cascina sarà ballottaggio tra Alessio Antonelli (42,4%) sostenuto da Pd e liste di centro sinistra, e Susanna Ceccardi (28,4%) sostenuta da Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Infine, ballottaggio anche a Altopascio in provincia di Lucca, dove Francesco Fagni (47,01%) sostenuto anche da Lega nord e Fratelli d’Italia, dovrà vedersela con Sara D’Ambrosio (41,3%) sostenuta dal Pd.
Come finirà lo sparemo tra quindici giorni. Anche se, siamo certi, gli sconfitti potranno sempre dire che “erano solo elezioni amministrative”. In ogni caso, un campanello d’allarme per qualcuno, a chi scrive, sembra suonato.
Parrini (Pd): «Risultati positivi ma in qualche comune ci aspettavamo di più» «Nei 26 comuni toscani ieri al voto, i candidati a sindaco del Pd in generale se la cavano bene, ma in qualche caso, specie dove più si sono fatte sentire le divisioni interne, il risultato è inferiore alle aspettative, per esempio a Sesto Fiorentino». Così il segretario del Pd della Toscana Dario Parrini ha commenta con un post su Facebook i risultati del primo turno delle elezioni amministrative. «In questi comuni, lavoreremo a fondo fin da oggi affinché il ballottaggio si trasformi in una riscossa – spiega il segretario Pd – . Nei comuni fino a 15 mila abitanti,dove governavamo rivinciamo quasi ovunque. Nei 6 comuni sopra i 15 mila abitanti, andiamo al ballottaggio o avanti (a Cascina fortemente avanti, a Sesto meno) o in seconda posizione con distacchi minimi e annullabili tra 14 giorni (Grosseto, Montevarchi, Altopascio). Più ampio, invece, il nostro svantaggio a Sansepolcro. Affronteremo i ballottaggi, con i quali ogni sfida ricomincia sempre da zero, con fiducia e determinazione, adoperandoci per spiegare le nostre proposte e ascoltare i cittadini ancora di più di quanto fatto in questi mesi. Da notare inoltre che gli elettori della nostra regione hanno visto al lavoro il sindaco di Livorno Nogarin in questi due anni e evidentemente pensano di doverne tener conto: infatti in nessun comune toscano il M5S vince, arriva vicino alla vittoria o giunge al ballottaggio. Non viene percepito come credibile forza di governo, cosa che accade del resto anche a livello nazionale, dove il M5S si dimostra largamente minoritario in tre quarti del Paese perché arriva primo o secondo soltanto in 2 comuni capoluogo di provincia su 24 (Roma e Torino, rappresentativi del 25% circa degli aventi diritto ieri, 3 mln su 13). Nel centrodestra la scommessa estremista di Salvini e Meloni non viene premiata dagli elettori. Il Pd, per quanto non possa dirsi pienamente soddisfatto, si mantiene solido conquistando quasi 1000 comuni su 1300, vincendo a Cagliari, scacciando il fantasma del terzo posto a Roma e soprattutto andando ai ballottaggi in pole position a Milano, Torino, Bologna e in molte altre città capoluogo» conclude Parrini.