Nella valigia di Davide Dominici c’è il fazzoletto dell’Onda e un sogno di riscatto e di vittoria. Parte oggi il giovane atleta senese, con destinazione Le Mans, per disputare i Mondiali di volteggio a cavallo. Un già lungo e importante curriculum sportivo fa di Davide Dominici, 20 anni, un atleta conosciuto a livello internazionale. Dopo il Campionato italiano 2015 che lo ha visto secondo dietro alla campionessa del mondo in carica e la qualificazione solo sfiorata a Salisburgo, a causa di un cambio di cavallo obbligato che ha diminuito il punteggio, è finalmente arrivata la qualificazione per i Mondiali. Davide l’ha ottenuta agli Europei di Ebresdorf, dove ha ottenuto un ottimo punteggio e si è preparato a rappresentare l’Italia in questa importante gara con passione, determinazione, costanza. Agli allenamenti consueti si sono aggiunti anche tre campus di una settimana l’uno, con un preparatore, un istruttore e una coreografa. Dominici ci racconta con soddisfazione che non pensava di cambiare categoria e passare subito a un voto così alto di qualificazione ai Mondiali. Tuttavia la vita di questo ragazzo non si esaurisce in un intenso programma di allenamenti. Davide Dominici è molto più che un atleta in forza a “L’Unicorno – Terre Brune” di Torre del Lago: è una persona che ha brillantemente affrontato e superato la dislessia, che è disposta a lavorare per mantenersi la propria passione, che studia all’Università Scienze dell’Educazione.
Come andare in battaglia Ha un sorriso luminoso, il giovane Dominici, uno sguardo aperto e franco. «Prima di entrare in gara seguo un rituale preciso di caricamento – dice – Mi trasformo come se andassi in battaglia: tiro fuori tutta la mia grinta e la mia aggressività, tiro fuori tutto per dare il massimo. Io devo fare la mia parte al meglio in questo sport, dove le cose si fanno in tre: io, il cavallo e la longeur che lo guida». Così, il giovane Dominici si prepara a una nuova sfida: è la quanta volta che rappresenta l’Italia all’estero, per la prima volta porta il tricolore ai Mondiali. «Il Palio a Le Mans? Sarà dura – afferma con un sorriso – anche se l’Onda non corre… Ma l’assenza è dettata da una giusta causa».
Il legame con Aurora La prima gara il 18, poi il 19. Se tutto va bene, ci saranno le finali del 20 e 21. L’Italia schiera 26 atleti nel volteggio maschile e 36 nel femminile. Tra le atlete Aurora Palagi, che condivide con Davide la stessa passione e con la quale c’è un legame sentimentale, oltre che sportivo. «Fare volteggio è una liberazione, un momento tutto tuo, pensi a te stesso e nessun altro: tutto quello che c’è intorno si azzera. Volteggio è sentire il cavallo sotto, assecondare i suoi movimenti, entrare in sintonia con lui. Solo le grida del coach ti fanno tornare sulla terra. Il volteggio è una cosa tua, un’interpretazione tua del movimento: non puoi fare gli esercizi che fa un altro come li fa un altro. Segui la musica che accompagna le evoluzioni, ma è importante avere la musica dentro. Allora entri in un’interpretazione tua, scegli tu le cose che vuoi fare: l’istruttore ti guida e ti asseconda, senza imporre. Ora riesco a capirmi di più, a proporre esercizi che mi rappresentano di più.
Durante le gare tutta l’ansia si stempera in competizione agonistica e grinta, carica personale. In quel minuto di gara c’è il lavoro di un anno: hai sempre paura di sbagliare. Il volteggio a cavallo è una sorta di liberazione, uno stile di vita: seguendo il volteggio non puoi fare altro, devi fare sacrifici che non tutti sono disposti a fare. Non vai in discoteca o con gli amici solo per stare con il cavallo o per riuscire a fare un buon lavoro a terra». Il volteggio a cavallo è un volo, un tuffo in un altro mondo, con ritmi e regole diverse da quello normale. Davide sorride: «Quando sali a cavallo non vorresti più scendere».