A Siena non si fermano schermaglie e botta e risposta. Mentre è in corso la seduta consiliare per discutere il bilancio di previsione 2012 (leggi), sono comunicati stampa, lettere e proclami fatti di parole forti, denunce e ricorsi ad essere i veri protagonisti. Il tutto, nuovamente, all’interno del partito di maggioranza, il Pd. Il tutto, nuovamente, a dimostrare ancora una volta una frattura insanabile tra area ex ds ed ex margherita. Il tutto, nuovamente, nel nome di quel senso di responsabilità tanto invocato?
Sanzioni per Ceccuzzi e Carli I dissidenti chiedono sanzioni per Franco Ceccuzzi, sindaco, e Giulio Carli, segretario cittadino del Pd. «Adottare sanzioni adeguate ed esemplari in tutta la più ampia misura consentita dallo Statuto – si legge in una nota – per condannare i comportamenti adottati da alcuni esponenti del Pd, in particolare il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, e il segretario dell’Unione comunale Pd Siena, Giulio Carli, in quanto lesivi dei principi tutelati dallo Statuto e dal Codice Etico del Partito Democratico». E’ quanto chiesto in un ricorso che i sei consiglieri comunali di Siena del Pd che hanno votato contro il bilancio consuntivo 2011 a Siena, vale a dire Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Lucio Pace, Alessandro Piccini, Gianluca Ranieri che hanno presentato alla commissione di garanzia del Partito Democratico a tutti i livelli, dal comunale a quella nazione presieduta da Luigi Berlinguer.
L’accusa «I comportamenti denunciati mostrano che non si è voluta seguire la strada degli approfondimenti tecnici e amministrativi che si rendevano viceversa necessari sulla proposta di bilancio consuntivo 2011, non si è voluto coltivare il dialogo – viene scritto nella mozione che accoglie tutta la documentazione -. Si è voluto invece giungere in modo miope alla prova di forza, sottovalutando il dissenso, non usare delle possibilità di rimettere in votazione la proposta di bilancio entro il 30 giugno 2012, dimettersi e mettere in crisi il Comune; additare al pubblico ludibrio le persone, con accuse ed un linguaggio la cui gravità e violenza è pari solo alla sua reiterazione e diffusione mediatica, con allusioni pesanti, insistite e del tutto fuori tema». I cosiddetti dissidenti nella nota sottolineano ancora una volta che contro la proposta di bilancio consuntivo 2011 hanno votato ben 7 consiglieri del Pd su 15, sostanzialmente la metà del gruppo consiliare e non una ridotta minoranza. Nel ricorso i sei consiglieri comunali si sono comunque riservati «di agire in ogni altra sede competente con tutti gli strumenti consentiti dall’ordinamento statale, a tutela dei diritti e interessi, in particolare quelli al rispetto della propria persona, dignità, reputazione, onore e immagine».
Il contrattacco del sindaco «E' evidente il tentativo di mettermi alla gogna perchè c'è la paura che io mi ricandidi. Questo consesso è lontanissimo dalla città. Abbiamo appreso – spiega Ceccuzzi – dell'esistenza di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Per la presentazione di una mozione di sfiducia servono 17 firme su 32 consiglieri e questo non è possibile senza il sostegno di sette consiglieri del Pd. E' in atto un tentativo di mistificare la realtà e di ribaltare le responsabilità vere sul sindaco che si è dimesso perchè non ha più una maggioranza e aveva la responsabilità istituzionale di dimettersi perchè insistere sarebbe stato dannoso. La ragione di questo attacco sta nel rinnovamento che ho sostenuto e continuerò a sostenere a tutti i livelli, a partire da quello bancario in cui stiamo vivendo una crisi profonda. Io ho avviato una autocritica e credo che tutti dovrebbero ammettere le proprie responsabilità. Io mi sono dimesso ma altri che hanno avuto responsabilità gravissime sono al loro posto».