Cresce l’export toscano che registra un balzo in avanti del 6,5% trainato dal’agroalimentare made in Italy che affascina i Paesi europei e conquista il mercato russo. E’ quanto emerge dai dati Istat sul commercio estero della Toscana relativi al quarto trimestre e all’anno 2015), elaborati dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana.
Esportazioni superiori al 45% L’export toscano accelera e registra nell’ultimo trimestre del 2015 un deciso balzo in avanti, con aumento del 6,5% sul medesimo trimestre del 2014 (al netto dei metalli preziosi). Negli ultimi tre mesi dell’anno la Toscana recupera così terreno rispetto al dato nazionale (+2,9%), pur non raggiungendolo in riferimento alla crescita media annua, che per la Toscana si ferma al +3,0% (mentre per l’Italia raggiunge il +3,8%). La Toscana mette comunque a segno il sesto anno consecutivo di crescita delle proprie esportazioni che, in valore, sono oggi superiori del 45% rispetto al 2009 (sempre al netto dei metalli preziosi).
Sereni (Unioncamere Toscana): «In Toscana nucleo di imprese fortemente dinamico» «Ancora una volta i dati dell’export confermano che in Toscana esiste un nucleo di imprese fortemente dinamico, che ha saputo puntare sulla qualità, sull’innovazione e sulla rappresentazione dei valori della nostra tradizione per affermarsi sui mercati mondiali – sottolinea Andrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana –. Le imprese toscane che sono riuscite ad internazionalizzarsi costituiscono di fatto una vera e propria élite all’interno del nostro sistema produttivo, riuscendo in molti casi a superare le difficoltà degli ultimi anni grazie ad un innalzamento dei propri livelli di competitività e malgrado un sistema-paese che non sempre è stato in grado di sostenerne gli sforzi. Per tale motivo, le iniziative volte ad accrescere e consolidare il numero di imprese che operano con l’estero è importante non solo in sé, ma per le ripercussioni positive che può generare anche sul resto del tessuto economico. L’avvio di percorsi di internazionalizzazione costituisce una vera e propria discontinuità nell’orizzonte strategico delle nostre imprese, richiedendo un salto qualitativo nel modo stesso di «fare impresa» ed un rafforzamento delle competenze imprenditoriali che appare quanto mai necessario, nel momento in cui la competizione globale si fa sempre più intensa».
Bene alimentare ed elettronica, in calo pelletteria e metallurgia La crescita delle vendite oltreconfine è condivisa dalla maggior parte dei comparti merceologici che, in molti casi, riescono a raggiungere incrementi a doppia cifra, sia nei prodotti tradizionali tipici del made in Italy, come quelli alimentari (+18,5%), che nei comparti a maggiore contenuto tecnologico, come nel caso di computer ed elettronica (+17,3%) e di alcuni segmenti del settore dei mezzi di trasporto, fra cui nautica (+16,3%) e materiale ferro-tranviario (+12,2%), mentre altri registrano aumenti più contenuti (autoveicoli +5,6%, altri mezzi di trasporto +3,0%). Crescono inoltre più della media regionale il cartario (+9,9%) e le macchine per impieghi speciali (+9,5%) e, nell’ambito del sistema moda, gli articoli di abbigliamento (+5,8%) e le calzature (+4,9%), mentre si limita al +1,0% la dinamica del tessile ed è leggermente negativa quella della pelletteria (-0,7%). In territorio negativo troviamo inoltre anche i prodotti della metallurgia (-1,6% al netto dei metalli preziosi), i mobili (-1,0%), l’orafo (-0,5%) e coke e prodotti petroliferi, il cui crollo verticale è determinato principalmente dalla discesa del prezzo del petrolio.
In crescita export nei mercati europei Oltre la metà dell’export regionale (sempre al netto dei metalli preziosi) è rappresentato nel 2015 dalle merci vendute nel continente europeo, che grazie all’accelerazione degli ultimi tre mesi dell’anno (+10,5%) hanno raggiunto nel corso del 2015 un valore di oltre 16,5 miliardi di euro, il 3,7% in più rispetto all’anno precedente. I principali Paesi di sbocco appartenenti all’Unione Europea hanno tutti registrato incrementi positivi, più o meno elevati: il Regno Unito dell’8,9%, la Francia del 7,1%, la Germania del 5,7%, la Spagna del +3,1%. In crescita anche Belgio (+6,9%), Portogallo (+1,6% nonostante le difficoltà dell’ultimo trimestre dell’anno) e Polonia (+11,6%). Arretrano invece le vendite dirette verso i Paesi Bassi (-3,0%), la Grecia (-11,1%) e l’Austria (-13,4%).
Russi e arabi amano il made in Toscana Tra i Paesi europei non appartenenti all’area Euro sorprende l’impennata delle vendite sul mercato russo, che nel corso del 2015 registrano un incremento superiore al 40%: tale andamento è determinato dalla consegna di un’importante commessa di macchine di impiego speciale avvenuta negli ultimi tre mesi del 2015, che ha compensato le perdite connesse alle restrizioni commerciali che hanno gravato sul mercato russo nell’ultimo anno. Tra i Paesi europei non-UE si rileva anche la crescita della Svizzera (+3,6%) ed il calo della Turchia (-9,3%). Tra i Paesi extra-europei spicca, nel continente americano (+13,4%), la crescita del mercato statunitense (+17,4%), che con 3,3 miliardi di euro esportati spiega da solo più della metà della crescita complessiva delle esportazioni toscane del 2015, grazie alle ottime performance dell’agroalimentare, dell’elettronica, della farmaceutica e dei mezzi di trasporto. Crescono bene anche Canada (+22%) e Messico (+9,4%), mentre le vendite in Brasile crollano vertiginosamente (-38,4%). In Asia si registrano incrementi diffusi, che danno luogo ad una crescita delle vendite di quattro punti percentuali nel corso del 2015. Gli aumenti maggiori si rilevano in Arabia Saudita (oltre 50% in più grazie al comparto dei macchinari per impieghi speciali), Singapore (+12,4%), Corea del Sud (+11,2%) e Hong Kong (+8,4%). In crescita più moderata anche il mercato cinese e indiano (rispettivamente +5,1% +4,3%), mentre arretrano le vendite in Quatar (-9,4%) e Giappone (-0,4%). Il mercato africano perde nel complesso l’11,6%, con cali rilevanti in Tunisia (-33,0%) e Libia (-48,7%), in parte mitigati dalla consegna di macchinari di impiego generale avvenuta nel corso del 2015 in Algeria. Infine, le vendite in Oceania crollano per l’effetto statistico dovuto al confronto con un anno, il 2014, in cui si era registrata un’impennata dell’export nel comparto merceologico dei macchinari di impiego generale.