Coltivare l’orto è l’ultima moda ma soprattutto fa bene alla salute. La definiscono la “vitamina verde”, secondo uno studio dell’Universita’ di Uppsala in Svezia durato 35 anni e pubblicato sul British Medical Journal, l’orticoltura ha così tanti effetti benefici sul corpo e sulla mente da poter allungare la vita fino a 2 anni. L’ortoterapia potrebbe essere un’ottima soluzione, si tratta infatti di un’attività dal duplice obiettivo: dal punto di vista pratico permette di prendersi cura dei prodotti della terra mentre, concentrandosi sull’aspetto terapeutico, allontana stress e le energie negative. Si impara la pazienza, prima di tutto, si ridimensionano le nevrosi e le manie di onnipotenza e si impara ad inseguire una “felicità possibile”.
Questo stile di vita pacato ha fatto breccia nel cuore di illustri personalità, come Michelle Obama che, alla Casa Bianca, produce broccoli e zucchine mentre, volando in Inghilterra, la Regina Elisabetta ha fatto sì che nei giardini di Buckingham Palace venissero coltivate barbabietole rosse, porri e fagioli.
Gli economisti lo chiamano “urban farming” e muove ogni anno un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, coinvolgendo attivamente oltre 5 milioni di italiani. È il trend sempre più diffuso di chi sceglie di portare un po’ di campagna in città, ricavando un orticello dove si può. Si va dai giardini in cui zucchine, lattuga e peperoni prendono il posto di rose e gelsomini ai balconi in cui i pomodori sostituiscono gerani e margherite, fino alle iniziative pubbliche in cui i comuni mettono a disposizione terreni incolti per farne veri e propri orti cittadini. Questa passione è supportata anche dalla tendenza sempre più diffusa di essere vegetariani, vegani e una grande attenzione ai prodotti bio e km zero e uno stile di vita rispettoso verso gli animali e l’ambiente.
I nuovi “farmer” urbani, il “fai da te” agricolo delle volte è una necessità per tamponare così alle conseguenze della crisi ma sempre più spesso si tratta semplicemente di appassionati del mangiar sano e dell’aria aperta, “contadini per caso” che dopo il lavoro si cambiano d’abito e imbracciano zappa e rastrello.
I grandi chef hanno lanciato ormai da anni l’orto-mania. Una vera e propria riscoperta della cultura del cibo attraverso i sapori autentici della terra, la tendenza dell’alta ristorazione è infatti la genuinità dei piatti, che parte soprattutto dalla scelta degli ingredienti a metri zero e segue la stagionalità.
Dobbiamo ricominciare a “mangiare intelligente”, usare la capacità critica per andare oltre le tendenze gastronomiche, leggere le etichette con attenzione, mangiare in modo stagionale ed ecosostenibile, scegliere sempre i prodotti sfusi invece di quelli confezionati.
«L’uomo è ciò che mangia» – Ludwig Feuerbach