Due sono i punti di forza de “Le Quattro Stagioni” messe in scena il 3 aprile (ore 21) al Teatro Verdi di Pisa dal Balletto del Sud in un unico atto firmato da Fredy Franzutti.
Tra ameboidi e contemporaneità astratta Il primo riguarda il lato musicale: le Stagioni sono infatti intervallate dalla performance di Andrea Sirianni su testi recitati del poeta Wystan Auden e citazioni di musiche registrate da John Cage che fu autore di quasi tutte le musiche per la compagnia di Merce Cunningham. L’effetto che si ottiene è che dalle note rassicuranti e familiari di Vivaldi ci si imbatte in contrasto con le ‘ameboidi’ ritmate di Cage che non solo ci portano alle esigenze dell’uomo moderno, ma anche alle straordinarie potenzialità espressive di questa età dell’ansia chiamata contemporaneità. Il secondo riguarda invece le scene, che sono dipinte da Isabella Ducrot, nota artista romana sensibile alla contemporaneità astratta, che ben si abbinano all’impegno di ricerca e qualità della compagnia di Fredy Franzutti.
Mutamento climatico e stagioni della vita Il cuore dello spettacolo sono ovviamente le stagioni, intese come mutamento climatico dell’anno solare simmetrico alle fasi della vita umana. Come racconta il coreografo: «Se dunque la personale primavera è il rapporto con l’amore, la relazione con l’altro e l’incontro, il calore dell’estate è l’allegoria dell’immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento, o come disinteresse delle disgrazie altrui. L’autunnale caduta delle foglie e l’arrivo della pioggia insistente ci riporta alla routine dei pendolari, al modo pratico e consueto di procedere nell’attività quotidiana. Il rumore dei tuoni ci rinnova la paura delle persecuzioni, l’ingiallimento della natura rimanda alla consapevolezza d’appartenenza ad una società incline al marcire e spaventati dall’oscurità delle nubi, perché non vediamo dove stiamo, ci sentiamo persi in un mondo stregato, bambini spaventati dalla notte. Il gelo invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di viaggio, la morte della persona amata. La morte che rende inutile qualsiasi reazione».
I prossimi appuntamenti La stagione di danza pisana proseguirà il 16 aprile, sempre alle 21 quando la DaCruDanceCompany incanterà il pubblico con ‘Kaze Mononoke’ firmato da Marisa Ragazzo e Omid Ighani, uno spettacolo originale, poetico e lieve che, in una sorprendente contaminazione tra danza contemporanea, house, jazz rock, breaking e linguaggi artistici innovativi, racconta l’hanami, ovvero la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile dei ciliegi.