Scoprire le proteine virali che inibiscono la difesa immunitaria causando la meningite estiva da virus ‘Toscana’. È l’obiettivo dello studio presentato a Siena da Maria Grazia Cusi, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena nel corso del congresso internazionale di Virologia su “Negative Strand Viruses”, organizzato con il patrocinio dell’ateneo. Lo studio, in attesa di pubblicazione, esamina il comportamento del virus trasmesso dalle punture di pappatacei in tutta l’area mediterranea con maggiore incidenza nei mesi estivi. «I dati dimostrano che il virus produce alcune proteine che vanno a sopprimere la risposta immunitaria», spiega Cusi.
Un virus particolare Il virus ‘Toscana’ è così chiamato per essere stato scoperto negli anni ’70 in questa regione per poi essere riscontrato anche nel resto d’Italia e in Spagna, Francia e Grecia. Rispetto alla meningite provocata dal batterio meningococco che dall’inizio dell’anno ha già causato 6 decessi in Toscana, la meningite estiva è «molto più benigna e meno pericolosa», sottolinea Cusi, anche se «i sintomi con cui si presenta sono simili a quelli della meningite batterica».
Lo studio Il prossimo passo della ricerca senese sarà lo studio della patogenesi: «Il virus scatena la meningite solo in alcuni soggetti – aggiunge Cusi – Vogliamo capire i meccanismi che lo rendono più virulento in alcuni casi». Ad oggi non esiste un vaccino per la meningite estiva «anche se abbiamo dati che dimostrano quali possono essere le proteine virali da usare per la profilassi – spiega la docente dell’ateneo senese -. Al momento l’unica forma di prevenzione e’ la campagna di disinfestazione durante il periodo di circolazione del vettore». Dagli anni ’80 ad oggi sono solo due i decessi accertati per il virus toscana, entrambi i quali non si sono verificati in Italia.