ROMA – In notevole aumento in questi giorni il numero di casi di “sindrome simil-influenzale”, un numero che continua a crescere tanto che si prevede un picco durante la fine di gennaio. In Italia il livello d’incidenza nella seconda settimana di gennaio è stato pari a 14,3 casi ogni mille assistiti (12,1 nella settimana precedente). I più colpiti sono i bambini sotto i cinque anni (incidenza pari a 25,5 casi per mille assistiti). A colpire sono virus influenzali ma anche altri virus respiratori non influenzali.
Lo riferisce il rapporto settimanale RespiVirNet-Sorveglianza integrata dei virus respiratori dell’Istituto superiore di sanità [LEGGI], secondo il quale sarebbero 841.000 nell’ultima settimana i casi riscontrati, per un totale di circa 6.793.000 episodi a partire dall’inizio della sorveglianza. Tra le Regioni più affette si trovano la Toscana, insieme a Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia.
Il dato è confermato dall’Ordine dei Medici di Firenze. “Negli ultimi giorni, attraverso i tamponi a lettura rapida effettuati dai medici di base, registriamo un aumento delle forme dovute al virus influenzale, ma stanno circolando molti virus respiratori non influenzali. Ancora il picco, ossia quando intere famiglie sono costrette a letto, non è stato raggiunto”, dice Elisabetta Alti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Firenze.
Iscriviti al nuovo canale WhatsApp di agenziaimpress.it
CLICCA QUI
Per continuare a rimanere sempre aggiornato sui fatti della Toscana
Iscriviti al nostro canale e invita anche i tuoi amici a farlo!
“Stiamo registrando – prosegue – un deciso aumento delle forme dovute all’influenza con febbre alta, brividi, dolori alle ossa ma ancora non siamo al picco che, invece, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Attenzione, soprattutto per le persone fragili, ai luoghi affollati ed ai mezzi pubblici. Consigliamo un frequente lavaggio delle mani e di indossare la mascherina quando si hanno sintomi respiratori e forti raffreddori. Idratarsi molto, mangiare arance e agrumi ma anche cavoli che sono ricchi di vitamine.”
“Prendere gli antipiretici soltanto qualora dovessero presentarsi rialzi della temperatura oltre i 38 gradi. Bisogna, infatti, ricordarsi che la febbre alta è una forma di difesa del nostro organismo contro il virus e i vari agenti infettivi. Serve riposo e stare al caldo a letto – consiglia la vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Firenze -. Qualche antipiretico e molta idratazione nel caso di bambini piccoli e persone molto anziane. Ma non assumere antibiotici almeno che un medico, dopo una visita, non lo abbia prescritto”.