Per alcuni giorni Firenze ha vissuto i sogni trascorsi poco più di 20 anni fa. A leggere le locandine dei giornali sembrava di essere tornati indietro di molto tempo, un po’ come Marty Mc Fly, personaggio protagonista interpretato da Michael J.Fox di ‘Ritorno al futuro’. ‘La Fiorentina in pressing su Rui Costa’, ‘I viola provano il colpo Rui Costa’, sono solo alcuni esempi di titoli sparati in faccia dalle edicole del capoluogo di regione al tifoso che in questo periodo brama i primi colpi di calciomercato, ed evidentemente si domandava se il ‘back home’ del portoghese era forse un acquisto di qualità per il centrocampo di un altro lusitano, Paulo Sousa. In realtà il desiderio è durato lo spazio di 24 ore, qualcosa di più: la famiglia Della Valle, attraverso un blitz del proprio neo direttore generale dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, lui si tornato a Firenze dopo cinque anni, ha provato a convincere l’ex numero 10 gigliato ad indossare i panni del dirigente viola, dietro una scrivania della sede di via Manfredo Fanti.
Declinato l’invito In quel momento c’è chi ha tirato fuori i vecchi ricordi: maglie personalizzate di Rui Costa, figurine con l’effige dell’uomo di Lisbona, o foto sgualcite con l’immagine del calciatore che con Gabriel Omar Batistuta ha formato uno degli assi più efficaci divertenti del recente passato della Fiorentina. Rui, come tutti hanno sempre chiamato semplicemente il classe ’72, marito di Rute Costa, ha declinato. Lo ha fatto in silenzio, senza rilasciare dichiarazioni roboanti, avendo rispetto di chi ad esempio per lui negli ultimi giorni ha appeso anche degli striscioni all’esterno dello stadio ‘Franchi’ per convincerlo a tornare a Firenze. Troppo legato al Benfica e troppo poco convinto di un ruolo piu’ di rappresentanza e poco di operatività Rui Costa per pensare di abitare nuovamente sulle colline di Fiesole che lo hanno ospitato per ben sette anni.
Jorgensen strizza l’occhio E così la società gigliata che oggi ripresenta Pantaleo Corvino, dovrà accontentarsi di ripiegare su una seconda scelta che verosimilmente risponde al nome di Martin Jorgensen, danese, anche lui con un passato da giocatore della Fiorentina, ma più adatto forse a fare quel ruolo che alla Juventus svolge alla perfezione Pavel Nedved, ovvero di dirigente che si fa tramite con le istituzioni calcistiche, Lega calcio e Uefa, e soprattutto è il primo consigliere del tecnico. Proprio questo secondo la famiglia Della Valle è mancato l’anno scorso in casa gigliata: un uomo dentro al club che abbia ascoltato e poi consigliato il proprio tecnico, Paulo Sousa, quando quest’ultimo, deluso dal calciomercato di gennaio, ha sbandato mentalmente, perdendo la giusta concentrazione nel dirigere gli allenamenti e compiere le giuste scelte. «Se la Fiorentina mi chiama, io sono pronto» ha fatto sapere Jorgensen che è in arrivo a Firenze, pronto a lasciare la direzione di una concessionaria di autobus che dirige nella sua Danimarca, per lavorare alla corte della società viola.
Capitolo quote E se Pantaleo Corvino sarà il factotum delle trattative, con già i primi nomi dal mondo ex jugoslavo che sono stati accostati al mondo gigliato, come da tradizione dell’uomo di Vernole, legato a doppio filo con procuratori che operano nell’est Europa, parallelamente ci si sta occupando fra settore giovanile e scouting in Italia, di far arrivare nella rosa viola almeno 4-5 elementi nati nel Belpaese, come da nuovo regolamento della serie A che impone tale quota per ogni squadra che partecipa al massimo campionato. Due di questi potrebbero essere Leonardo Capezzi, esordiente giovedì scorso in Under 21 a Venezia contro la Francia, e Federico Bernardeschi ufficialmente convocato per i prossimi europei in terra transalpina dal c.t. Antonio Conte. «Sono contento per Capezzi perchè è un ragazzo che ha iniziato nella Fiorentina, poi è stato mandato a farsi le ossa e credo che abbia fatto bene – ha sottolineato il capo delegazione dell’Under 21 Giancarlo Antognoni -. Quest’anno è stato promosso con il Crotone, ha fatto un ottimo percorso e giustamente ha meritato questa convocazione. Vediamo se adesso la Fiorentina lo riconfermerà nella propria rosa. Bernardeschi si merita di poter partecipare agli Europei perchè ha fatto un ottimo campionato con la Fiorentina, e credo che possa essere una sorpresa in caso che venga messo in campo da Conte – ha concluso Giancarlo Antognoni -. Visto che si giocherà ogni tre giorni credo proprio che Bernardeschi in Francia potrà trovare il suo spazio».