«Contro il Barcellona è stata una amichevole, contro una grandissima squadra, ma abbiamo avuto le risposte che volevamo. Non c’era Messi ma quello che dovevamo capire, l’abbiamo capito. Sono contento di aver fatto una bella figura contro una grande squadra. Ci siamo incontrati col presidente del Barcellona, una bella persona, ed abbiamo allacciato anche dei simpatici rapporti». Così il patron gigliato Andrea Della Valle nel post partita della sfida disputatasi poche ore fa al Franchi fra Fiorentina e Barcellona che ha visto i viola guidati da Paulo Sousa battere per due a uno i blaugrana grazie alla doppietta nel primo quarto d’ora di Bernardeschi, mentre non è servita ai catalani la marcatura singola di Suarez. Un Franchi gremito di trentamila persone ha applaudito la prima uscita stagionale, seppur in una sfida valida per il torneo International Champions cup, di Manuel Pasqual e compagni, che ha visto oltre alla prestazione doc del numero 10 classe ’94 di Carrara, autore dei due gol poi rivelatesi decisivi, anche il ritorno in campo, davanti al suo pubblico, ad oltre 400 giorni dall’ultima volta, di Giuseppe Pepito Rossi.
Due settimane decisive per il mercato «Senza fretta ma dobbiamo completare la rosa con due-tre innesti che sappiamo dove e come fare per ottenerli – ha aggiunto ancora Andrea Della Valle -. Le prossime due settimane saranno decisive anche perché l’ultima servirà solo per prepararci alla gara col Milan che si è rafforzata, così come si sono rafforzate tutte le grandi squadre. Bernardeschi ha fatto una bella figura ma l’hanno fatta un po’ tutti. Sono felice del gran segnale del rinnovo dei segnali di Bernardeschi e Babacar, e questo vuol dire che crediamo nei nostri giovani e sono italiani e dico ai nostri tifosi che non li deluderò».
Della Valle, il punto su Fiorentina e calcio italiano Ma Andrea Della Valle ha fatto anche un bilancio dei tredici anni, festeggiati esattamente oggi, da cui la sua famiglia è proprietaria della Fiorentina. «Sono contento per Berlusconi perché quando ti arrivano 400 milioni poi sai, fare mercato è più facile – ha evidenziato ancora l’azionista di maggioranza gigliato -. Ma anche la Roma e l’Inter si sono rinforzate. Diciamo che il calcio italiano per un buon 70% è in mani stranieri. Noi invece come famiglia siamo ancora qui, dopo 13 anni, facendo molti sacrifici, cercando di stare anche noi fra le grandi, pur avendo un fatturato da 80 milioni contro squadre che ne fanno 200-300. La differenza confrontandoci con queste grandi squadre sono evidenti. Noi dobbiamo confrontarci con città come Genova, Torino, Palermo, della nostra dimensione ed invece riusciamo sempre ad arrivare ai livelli dei top club grazie agli assegni che mette questa proprietà». Ieri sera nel frattempo al Franchi tribuna autorità affollata: oltre a Luciano Spalletti e al ds del Tottenham Franco Baldini, c’era anche il preparatore atletico azzurro Paolo Bertelli che ha salutato l’ultimo acquisto di casa viola, Davide Astori, elemento della Nazionale italiana guidata da Antonio Conte. «Sono molto contento di essere qua e di iniziare una nuova avventura – ha detto l’ex difensore del Cagliari al momento del suo arrivo a Firenze nel tardo pomeriggio di domenica -. Se sono pronto per la gara contro il Chelsea? Ora parleremo con il mister e la società e decideremo insieme. Mi manca un po’ la palla quindi spero di iniziare presto».