Vino per Vendetta. No, questo non è un film ma dell’ultimo aggiornamento sul caso dell’atto vandalico perpetrato all’azienda produttrice di Brunello Case Basse di Montalcino. Arrestato ieri un ex dipendente, braccato e controllato dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Siena da circa una settimana. È lui l’accusato di aver versato nelle fogne circa 600 ettolitri di Brunello, causando un danno economico all'azienda calcolato in 6-7 milioni di euro.
Vendetta e gelosia Un’indole delinquenziale e fortemente vendicativa. Descrivono così gli inquirenti A.D., 39 anni romano, ex dipendente dell’Azienda vinicola “Case Basse”di Montalcino che il pomeriggio del 3 dicembre avrebbe disperso nelle fogne 600 ettolitri di Brunello aprendo i rubinetti delle botti. L’uomo avrebbe agito per vendetta nei confronti del titolare Gianfranco Soldera con cui aveva avuto un diverbio agli inizi di settembre, in seguito al quale aveva smesso di lavorare per l’azienda ilcinese. Le indagini dei Carabinieri di Siena e Montalcino hanno rivelato anche un precedente screzio tra i due risalente al mese di giugno quando Soldera gli aveva contestato negligenza per non aver lubrificato adeguatamente un mezzo aziendale che si era rotto. Oltre la vendetta, Di Gisi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe provato invidia nei confronti degli altri dipendenti che avevano ottenuto da Soldera un mini alloggio. I reati che gli sono stati contestati sono violazione di domicilio aggravata e sabotaggio aziendale. L’uomo si trova ora nel carcere senese di Santo Spirito e domani sarà interrogato. Ad incastrarlo oltre alle testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine anche un’intercettazione ambientale di una telefonata fatta al nipote.
Ris al lavoro Per consolidare il fermo, i Ris di Roma stanno compiendo in queste ore accertamenti irripetibili sui jeans dell’uomo per estrapolare tracce di vino rosso individuando il profilo polifenolico. I pantaloni erano stati trovati insieme ai calzini nella lavatrice all’interno dell’abitazione di Torrenieri il mercoledì dopo il sabotaggio. L’uomo si era disfatto degli indumenti subito dopo aver aperto i rubinetti e poi si era spostato in auto a Roma. A suo carico numerosi precedenti penali tra cui furto, tentato furto, ricettazione e danneggiamenti
L’attacco al Brunello La scoperta dell'atto vandalico risale al 3 dicembre scorso: chi ha agito, dopo essere entrato nella cantina di Case Basse, aveva aperto i rubinetti delle botti facendo defluire nelle fogne 600 ettolitri di Brunello, distruggendo l'intera produzione di vino dal 2007 al 2012 (leggi). Le indagini, coordinate dal pm Aldo Natalini, inizialmente si erano indirizzate su tre ipotesi investigative: la pista delle'stporsioen tradizionale, la pista frodatoria assicurativa ela pista dell'indagine "Brunellopoli" «per poi convergere su quella che ha portato all'arresto dell'odierno indagato nei cui confronti venivano raccolti molteplici e concreti elementi di responsabilità in ordine al contestato reato di sabotaggio».