ROMA – “Se il vino è emozione e piacere, lo è ancora di più quando si è in un contesto ideale, in buona compagnia e con la musica giusta, magari un jazz. Insomma, degustare vini buoni e ascoltare la musica che ci piace ci fa battere forte il cuore; ed è altrettanto evidente che quando stiamo bene e siamo felici tutto ci sembra più buono, ma i vini migliori restano tali e ci rendono ancora più soddisfatti”.
E’ quanto emerge dal test emozionale condotto durante l’Internet Festival di Pisa e curato da CantinaJazz e con la partecipazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali dell’Università di Pisa, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa e di Città del Vino.
Lo studio è sul primo numero 2023 di Terre del Vino, il bimestrale dell’associazione nazionale Città del Vino, attualmente in distribuzione. Nel corso dell’esperienza- informa una nota- sono stati degustati 2 vini sfusi (un bianco e un rosso) non strutturati caratterizzati da evidenti squilibri, identificati come “imperfetti”, e 3 vini di elevata qualità provenienti da due cantine toscane: un Brunello di Montalcino 2018 (Azienda Villa Le Prata), un Vinsanto Riserva 2018 ed infine un Occhio di Pernice 2015 (questi ultimi prodotti dall’Azienda La Vialla). Città del Vino segnala che in “questo contesto, nel 2022 dall’International Academy of Sensory Analysis, è stato riunito in un team scientifico composto da sette università italiane (Pisa, Brescia, Cattolica, Pavia, Udine, Torino e della Tuscia) e due istituti di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche-Cnr e Centro Studi Assaggiatori) che hanno messo a punto un protocollo di prova e grazie al contributo di alcune aziende e enti (tra cui Città del Vino).