Il Tribunale del riesame di Arezzo, presieduto dal giudice Gianni Fruganti, si è riservato la decisione circa il ricorso presentato dagli avvocati di Licio Gelli, Raffaello Giorgetti e Gianfranco Ricci Albergotti, contro il sequestro preventivo messo in atto dalla Guardia di Finanza lo scorso 10 ottobre di Villa Wanda, la storica dimora aretina dell'ex venerabile (leggi) L'udienza si è conclusa nella tarda serata di ieri. Tra oggi e domani è attesa la decisione in merito.
Il sequestro Il provvedimento era stato adottato per effetto del mancato pagamento ad Equitalia di 17 milioni di euro da parte di Gelli, dei figli Raffaello, Maurizio e Maria Rosa, della moglie Gabriela Vasile e del nipote Alessandro Marsili. I legali hanno basato il proprio ricorso sulla causa civile in corso tra lo stesso Licio Gelli e l'agenzia delle entrate nella quale la villa figura come garanzia in una trascrizione all'ufficio del registro, in base alla quale chi compra la villa sa che rischia un'azione revocatoria da parte dello Stato. Questa garanzia, sostengono i legali, è più che sufficiente ed ha lo stesso significato del sequestro preventivo che, a questo punto, diventa superfluo. Di diverso avviso il Procuratore della Repubblica Roberto Rossi che ritiene diversi i due piani penale e civile