Tra i casi insoluti della nostra esistenza c’è giustappunto ‘il caso’. Ovvero quanto, con termini più gravi e pensosi, viene altrimenti detto destino, fato. Insomma tutti quegli accadimenti riconducibili alla categoria “vai a sapere perché…” e dei quali, proprio riconsiderandoli, non riusciamo a trovare una causa oggettiva. Sarebbe ciò che il filosofo Antoine Augustin Cournot (1801-1877) chiamò “il caso come causalità non-lineare”, perché a suo dire una serie di cause non sempre risulta consequenziale, laddove si presenta in ripetuti e disorientanti incroci.
Se poi la vogliamo fare più semplice, diciamo pure che la nostra vita è costellata di “sliding doors” e che pure noi, come nell’omonimo film di Peter Howitt (ma già l’idea l’aveva avuta quasi vent’anni prima il regista polacco Krzysztof Kieslowski con Destino cieco) riusciamo, soddisfatti, a prendere (e chissà come mai) certi treni in corsa, mentre altre volte l’affanno della nostra fretta svapora su portiere irrevocabilmente chiuse in faccia, lasciandoci (e ancora una volta chissà come mai) su desolanti marciapiedi. Da questi treni, afferrati al volo o perduti, dipendono poi fatti, scelte, affari, incontri, amori, convinzioni. Ecco, allora, che una singola – talvolta poco ponderata – azione può avere conseguenze imprevedibili e determinare il futuro. E’ nota a questo proposito la suggestiva definizione di ‘effetto farfalla’, secondo cui “il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Immagine che sarebbe stata ispirata dal racconto fantascientifico A sound of thunder (“Rumore di tuono”, 1952) di Ray Bradbury in cui lo scrittore statunitense immagina futuribili macchine del tempo su cui far salire turisti desiderosi di avventurarsi in safari temporali. Ma sarà proprio durante una di queste escursioni in una remota era preistorica che un gitante calpesterà una farfalla scatenando così allucinanti conseguenze per la storia dell’umanità. La poetica metafora della farfalla si prestò bene, in seguito, a considerazioni scientifiche su elettroni e molecole, tanto che Edward Lorenz in una conferenza del 1972 sviscerò l’argomento: “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”. E per tornare a noi: quante farfalle abbiamo inavvertitamente calpestato nella nostra esistenza? O forse eravamo noi le farfalle – vittime e colpevoli allo stesso tempo – in balia di avventati safari che la vita promuove con tragicomiche offerte ‘tutto incluso’. Quando si dice… il caso.