«Sono stati premiati gli sforzi messi in campo dall’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori (Ancim) che in modo costante ha sottoposto al Governo le proprie istanze». Commenta così Sergio Ortelli, sindaco del Comune di Isola del Giglio l’approvazione dell’emendamento al dl semplificazioni passato in commissione Finanze della Camera che prevede l’imposta di sbarco.
 
L’imposta La tassa di importo massimo 1,50 euro sarà alternativa all'imposta di soggiorno ma riguarderà anche il “turismo pendolare” e servirà “ai Comuni delle isole minori, ovvero a quelli nel cui territorio insistono isole minori per finanziare interventi in materia di turismo, beni culturali e ambientali e servizi pubblici locali”. L'imposta di sbarco sarà riscossa dalle compagnie di navigazione che incorreranno in sanzioni nel caso di “omessa o infedele dichiarazione”. Saranno esenti dalla tassa “i residenti nel Comune, i lavoratori, gli studenti pendolari e i componenti del nucleo familiare dei soggetti che pagano l'Imu nel territorio del Comune”.
 
La soddisfazione dei sindaci delle isole minori «E’ evidente che le piccole isole non possono essere paragonate ai Comuni dell’entroterra – prosegue il sindaco Ortelli – perché hanno esigenze e peculiarità diverse. Ringrazio per la sensibilità il ministro del turismo Piero Gnudi che ha immediatamente percepito il nuovo concetto e il valore di tassa di sbarco più adatta ai territori insulari rispetto agli effetti dell’imposta di soggiorno». «E’ un’ottima notizia – ha detto il sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto – Può dare respiro ai bilanci dei piccoli Comuni che hanno bisogno di trovare risorse che possano aiutare a portare avanti i servizi».
 
Consumatori già sul piede di guerra Giusto il tempo di annunciare l’approvazione dell’imposta di sbarco e le associazioni dei consumatori già fanno sentire la loro voce. «Siamo nettamente contrari a questo nuovo balzello – spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi -. Ci sono migliaia e migliaia di cittadini che, non potendosi permettere vacanze all'estero, decidono di passare qualche giorno sulle nostre isole. Tassarli perché “turisti mordi e fuggi” è una ingiustizia, soprattutto se si considerano le tariffe già salatissime dei traghetti italiani. L'imposta di sbarco poi – prosegue Rienzi – rischia di avere ripercussioni negative sul turismo locale, portando i cittadini a scegliere altre mete non gravate da inutili balzelli. Per questo invitiamo i sindaci delle isole minori a non adottare la tassa di sbarco».