ISOLA D’ELBA – La giunta regionale, su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, ha appena approvato la proposta di trasformazione dell’isola d’Elba in area non vocata ai cinghiali. La proposta, passata dal “Nucleo di valutazione” e dalla Vas (Valutazione ambientale strategica), adesso che ha appena incassato l’ok della giunta, andrà al Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

Come già annunciato anche durante l’ultima sua visita all’Elba, la vicepresidente Saccardi ha così portato un concreto contributo per dare soluzione all’emergenza cinghiali presente sull’isola da anni, sia sul versante dell’incolumità delle persone come sollecitato dai sindaci che sul versante dei danni procurati all’agricoltura.
“Ci eravamo presi l’impegno di intervenire e venire incontro alle richieste di molte realtà del tessuto civile, produttivo e culturale dell’isola per risolvere il problema legato alla presenza dei cinghiali sul territorio e così è stato – ha detto Saccardi – Adesso che l’Elba è territorio non vocato al cinghiale abbiamo a disposizione efficaci strumenti per contenere il proliferare di questi ungulati. Cacciatori, agenti di polizia provinciale e operatori, da oggi, hanno la possibilità in forma collettiva, singola e con le trappole di cattura, di occuparsi di una gestione faunistica venatoria di gran lunga migliore che in passato”.
La Regione Toscana prevede un percorso in cui anche se l’area non è vocata al cinghiale, non vengono escluse né la braccata né la selezione.

“Questa misura – ha concluso Saccardi – rafforza gli strumenti di intervento e controllo, non li diminuisce. Affronteremo il problema con il Parco, con la Polizia provinciale e con i cacciatori. Il risultato si ottiene tutti insieme”. “La scelta di rendere l’Elba area non vocata al cinghiale segue un percorso ampio di confronto con le amministrazioni locali, la Provincia e il Parco, l’ATC Elba e dunque contiene in sé il valore della partecipazione – ha commentato il consigliere regionale Gianni Anselmi – Essa poggia su più ampie modalità di intervento consentite oggi, rispetto al passato, nell’area non vocata; nel merito confidiamo che aiuti il territorio elbano a migliorare con la collaborazione di tutti l’equilibrio faunistico, la biodiversità, la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese a cominciare da quelle agricole. Grazie a Stefania Saccardi e alla struttura dell’assessorato per l’attenzione e la sensibilità mostrate, per l’operatività e per il coinvolgimento”.

“Apprendiamo con soddisfazione la decisione della Giunta regionale che approva la proposta dell’assessora Saccardi sull’Elba non vocata al cinghiale – ha detto Angelo Zini, presidente della Comunità del Parco – Si tratta di una richiesta che l’intera Comunità e quindi tutti i Sindaci dell’Elba avevano avanzato con un documento inviato alla Regione alcuni mesi fa e che oggi trova risposta positiva. Ora si tratta di programmare la gestione del nuovo scenario che si prospetta perché la situazione continua ad essere di estrema gravità per i danni che ì cinghiali continuano a fare al territorio, all’ambiente, alle attività economiche e al rischio sicurezza per le persone. Quindi attendiamo di confrontarci sugli sviluppi mettendosi a disposizione come istituzioni dell’isola d’Elba”.
“Elba area non vocata al cinghiale è un importante passo avanti verso la soluzione del problema, – ha dichiarato il presidente del Parco Giampiero Sammuri – ringrazio la vice presidente Saccardi per avere ascoltato le richieste del territorio espresse della Comunità del parco con un ordine del giorno del 30 settembre 2021. Ora più che mai serve la collaborazione di tutti. Per parte suo il Parco non si è mai fermato ma intensificherà le catture una volta pronto il sito di trattamento delle carcasse, gia individuato e in allestimento”.

“Il comitato di gestione dell’ATC dell’Arcipelago Toscano non può che prendere atto di una decisione assunta dalla Regione Toscana della quale ormai si dibatteva da tempo sia nelle sedi locali che regionali – ha detto il presidente ATC Carlo Simoni – . Pare evidente che questa scelta porterà ad accentuare le azioni a carico del cinghiale sull’intero territorio a caccia programmata. Certamente non possiamo che apprendere favorevolmente il fatto che, nonostante sia stato reso non vocato al cinghiale l’intero territorio dell’ATC, sia stata mantenuta anche la forma di caccia in “braccata”, l’unica veramente efficace per contrastare la presenza e l’espansione della specie e che porta con sé risultati, in termini numerici, non raggiungibili dalle altre attività venatorie, in particolare in un contesto ambientale, strutturale e infrastrutturale quale quello elbano. Come consuetudine, il comitato di gestione dell’ATC non farà mancare il suo impegno affinché vengano raggiunti i migliori risultati gestionali possibili”.