Per secoli gli alchimisti hanno cercato, senza alcun successo, la pietra filosofale, che fosse panacea universale per tutti i mali, garantisse l’immortalità e trasmutasse tutti i metalli in oro purissimo. Nell’ambito più ristretto del turismo toscano – e con assai minori ambizioni – c’è chi un prodotto con poteri taumaturgici invece ce l’ha, ma non ha ancora trovato la ricetta per utilizzarlo al meglio: si chiama Vetrina Toscana.
Fin dall’inizio si è posto l’obiettivo – come si legge sul sito www.vetrina.toscana.it – di essere un progetto integrato fra commercio, produzione agricola, artigianale e manifatturiera, dal forte carattere inclusivo, e pensato specificatamente a misura dell’economia toscana, fatta di piccole imprese e di mille gioielli enogastronomici e artistici, coniugando in maniera efficace l’offerta culturale e artistica del territorio.
In estrema sintesi: la Vetrina permanente di tutto il meglio che la Toscana può offrire.
E non si può che essere d’accordo. Le condizioni favorevoli ci sarebbero tutte: ne fanno parte Regione Toscana, Unioncamere Toscana e le associazioni di categoria; con oltre mille imprese associate (752 ristoranti e 268 botteghe alimentari) dispone di una rete solida e che soprattutto garantisce una presenza capillare su tutti i territori, soprattutto quelli che si sentono ai margini della promozione turistica regionale; offre ai visitatori italiani e stranieri un’offerta ad ampio spettro e valida ogni giorno dell’anno.
Mi ha fatto, dunque, piacere vedere Vetrina Toscana eletta a “buona pratica” dell’ultima edizione di Euromeeting, ma ad una condizione: che questo sia il punto di partenza per lo sviluppo futuro e non la celebrazione di un passato (e un presente) troppo modesto rispetto alle possibilità a disposizione. In tanti anni, e con tanti soldi spesi, i risultati sono stati – almeno a mio parere – inferiori alle attese ed alle possibilità oggettive. Sono state realizzate anche iniziative belle, naturalmente, ma in generale si è finito per privilegiare appuntamenti di basso cabotaggio, anche poco comunicati, lasciando spazio a piccoli interessi locali (legittimi, per carità, ma di corto respiro) invece di avere l’ambizione di voler rappresentare il meglio della Toscana.
Ma il momento della svolta è adesso: i tre assessori coinvolti in Vetrina Toscana – agricoltura, cultura e turismo – hanno fra le mani l’opportunità di unire le energie e trasformarla finalmente nella pietra filosofale della promozione, unitaria ed efficace, della nostra regione.