E’ stata depositata dalla Procura di Arezzo la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex amministratore delegato Luca Bronchi e l’ex direttore centrale Davide Canestri. I tre sono accusati di ostacolo alle autorità di vigilanza, avendo fornito dati non veritieri sulla situazione dell’istituto di credito alla Banca d’Italia. L’udienza davanti al Gup del Tribunale di Arezzo è stata fissata per il prossimo 10 marzo. Il giudice dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio in base alla documentazione inoltrata dal Procuratore capo Roberto Rossi.
Chiusi due filoni di indagine E’ arrivato così a conclusione il primo filone di indagine aperto dalla Procura sulla vecchia gestione dell’istituto di credito che ha portato al dissesto della banca aretina. Il fascicolo era stato aperto nel marzo 2014 dopo l’invio in Procura della relazione degli ispettori della Banca d’Italia, compiuta con una serie di ispezioni nella sede centrale di Banca Etruria dalla fine del 2012 al settembre 2013, rilevando fattispecie di reati penali. La Procura ha concluso anche le indagini sul secondo filone, quello cosiddetto delle false fatturazioni. E’ stato notificato, infatti, l’avviso di chiusura dell’inchiesta a quattro indagati: l’ex presidente Fornasari (già parlamentare della Dc), l’ex ad Bronchi e a due manager di una finanziaria che avrebbero emesso fatture false per una serie di operazioni considerate inesistenti dagli investigatori della Guardia di Finanza. Sarebbe stata stralciata per ora la posizione di Lorenzo Rosi, l’ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento del febbraio 2015, in seguito all’interrogatorio da lui reso nel mese di dicembre. A breve dovrebbe essere inoltrata dalla Procura al Gup anche questa seconda richiesta di rinvio a giudizio.
Resta aperto il filone sul conflitto di interessi per Rosi e Nataloni Resta ancora aperto il terzo filone di indagine, quello relativo al conflitto di interessi, che vede indagati l’ex presidente della banca Rosi e l’ex consigliere di amministrazione Luciano Nataloni (già vicepresidente di Banca Del Vecchio). I nomi di Rosi e Nataloni erano segnalati nel verbale redatto dagli ispettori della Banca d’Italia al termine delle ispezioni sull’istituto di credito aretino. Per Rosi, secondo l’organo di vigilanza, il conflitto risiede nelle attività della cooperativa La Castelnuovese di cui il manager era presidente. Una decina le posizioni di conflitto di interesse rilevate a carico di Nataloni dagli ispettori di Bankitalia. Ma Rosi e Nataloni potrebbero non essere i soli indagati in questo recente filone d’indagine. La Procura ipotizzerebbe, infatti, il conflitto di interesse per circa 185 milioni di euro di fondi formalmente deliberati, di cui ne sarebbero stati erogati realmente 140 a vantaggio di ex membri del consiglio di amministrazione ed ex sindaci revisori. Anche questa indagine ha avuto origine da una relazione della Banca d’Italia dopo il commissariamento di Banca Etruria nel febbraio 2015. Tra i destinatari degli affidi non risulta esserci l’ex vice presidente dell’istituto Pierluigi Boschi, il padre di Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme istituzionali, che non è indagato in nessun filone d’inchiesta.
Lunedì si decide sulla bancarotta fraudolenta Lunedì 8 febbraio il Tribunale deciderà sulla bancarotta fraudolenta. Proprio relativamente a Pierluigi Boschi va segnalata la notizia come sono stati in tutto dieci i procedimenti aperti dalla procura di Arezzo a partire dal 2008 che hanno visto l’ex vice presidente di Banca Etruria nel ruolo di indagato o co-indagato, di cui quattro hanno avuto come titolare l’attuale procuratore Roberto Rossi. Ne resta aperto uno solo su cui c’è una richiesta di archiviazione e che risale al dicembre 2014, quando Rossi era già alla guida della Procura toscana. E’ il quadro che emerge dalle carte che la Procura Generale di Firenze ha inviato al Csm, che deve decidere se c’è stata incompatibilità tra il ruolo di Procuratore di Rossi e un incarico di consulenza per il governo svolto dal magistrato sino a dicembre dello scorso anno.