«Il testo del Codice sul commercio approvato oggi dalla Giunta Regionale ristabilisce le regole della competizione nel mercato». Così i presidenti di Confesercenti Toscana e Confcommercio Toscana Nico Gronchi e Anna Lapini, che condividono molti punti della proposta di legge che passa ora al vaglio del Consiglio.
Piace la norma sulle sagre A riscuotere il maggior gradimento da parte delle due associazioni di categoria è la proposta relativa alla questione delle sagre: «da molti anni chiedevamo limiti e prescrizioni per chi vuole organizzare eventi temporanei, da un tetto massimo di durata all’obbligo di coinvolgere gli operatori in sede fissa o certificare la finalità dei proventi. Norme necessarie, secondo le due associazioni, per mettere fine all’uso improprio di sagre e simili, che creano concorrenza sleale con le imprese e si ripercuotono negativamente sui fatturati e sui livelli occupazionali». Confesercenti e Confcommercio si dicono soddisfatte anche per la reintroduzione della Conferenza dei servizi per autorizzare le grandi strutture di vendita, così come per il legame tra permesso a costruire e autorizzazione alla vendita.
Le altre proposte Positiva anche la parte che riguarda i distributori di carburanti: «in particolare per il mantenimento delle fasce orarie per il servizio assistito, che qualcuno voleva togliere equiparando di fatto gli impianti di distribuzione ai negozi». Altrettanto importante è la conferma dell’attuale impostazione della concertazione territoriale, che continuerà dunque a ospitare il confronto con le associazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori. Unico nodo critico del testo, il punto riguardante l’eliminazione del limite dei 15mila metri quadrati di superficie commerciale previsto ora per le grandi strutture di vendita. «Una decisione che sconfessa le linee guida che fino ad oggi avevano orientato lo sviluppo della grande distribuzione in Toscana. Oltretutto, era un limite passato al vaglio della Corte Costituzionale quindi pienamente legittimo», sottolineano i presidenti delle due associazioni, «se si approvasse la norma, di fatto si aprirebbe la strada a strutture commerciali immense, veri e propri “mostri” di dimensione spropositata per il territorio toscano. E la Regione si troverebbe ad applicare una politica schizofrenica, che da un lato, a livello turistico, punta a promuovere i borghi e le piccole realtà locali, e dall’altro rischia di pregiudicare la sopravvivenza della piccola rete distributiva». «Ci auguriamo quindi che venga condivisa questa preoccupazione affinché il nuovo Codice possa essere davvero uno strumento normativo efficace per promuovere lo sviluppo del settore nel rispetto dell’identità e della storia del territorio», hanno concluso i presidenti Gronchi e Lapini.