Mancano due mesi alle urne, è partita la lotta di slogan e comizi in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. In un nuovo risiko di collegi uninominali e plurinominali per Camera e Senato, i partiti hanno schierato carrarmatini e bandierine per la battaglia toscana al voto. Tutti con in mano la carta del loro obiettivo, più o meno segreto. Scopriamo le strategie e i nomi per la conquista dei seggi nell’attesa che i dadi siano tratti.
Pd, scelte dall’alto e renziani blindati Scelte chiare dall’alto anche a discapito della “vicinanza” con il territorio, i più fedeli blindati nei seggi sicuri, briciole alle altre correnti interne al partito. C’è la mano pesante del segretario Matteo Renzi nelle candidature Pd in Toscana per le prossime elezioni politiche. Maria Elena Boschi ‘imboscata’ a Bolzano, Pier Carlo Padoan paracadutato nella Siena del Monte dei Paschi, Luca Lotti al sicuro nella fortezza di Empoli e Valeria Fedeli nel fortino di Pisa e Pontedera. Ci sono poi gli esclusi eccellenti, l’ex segretario regionale Andrea Manciulli e il rodato Federico Gelli su tutti.
Centrodestra, la sfida nelle terre di banca Ma i candidati blindati certo non mancano anche nel centrodestra. Il caso eclatante è la bandiera del berlusconismo in Toscana Deborah Bergamini candidata in 3 listini e in un collegio uninominale. La Lega Nord chiama i big Alberto Bagnai e Claudio Borghi alle sfide più rappresentative, il primo contro Renzi al Senato a Firenze, il secondo contro Padoan a Siena. Ma la questione banche ha guidato le candidature anche di Fratelli d’Italia ed ecco che Giorgia Meloni schiera nella terra di Banca Etruria e Mps Letizia Giorgianni, frontgirl dei beffati di Etruria.
M5S, tutti a bordo Nel Movimento 5 Stelle corrono attivisti della prima e dell’ultim’ora, fedelissimi e volti nuovi, ex Procuratori e funzionari di enti pubblici, volontari e imprenditori. Ma il nome che senza dubbio ha catturato la maggiore attenzione, perlomeno quella mediatica, è l’anti-Schettino Gregorio De Falco che è pronto a salire a bordo della nave che lo potrebbe portare al Senato salpando dal collegio uninominale di Livorno e Grosseto. Spicca poi il nome di Ubaldo Nannucci, l’ex Procuratore Capo di Firenze e presidente del comitato provinciale dell’Anpi fiorentino, che correrà nel collegio del Senato di Prato-Pistoia. In corsa contro Renzi al Senato di Firenze i pentastellati schierano invece il presidente dell’Associazione toscani nel mondo, Nicola Cecchi, figlio di Felice Cecchi, storico esponente Dc e per anni presidente di Ataf, uno dei primi a sostenere l’ascesa renziana.
LeU, obiettivo Toscana rossa Liberi e Uguali schierano alcuni big nella Toscana rossa di tradizione e d’imbarazzo per la deriva dem degli ultimi anni. Ed ecco candidati Roberto Speranza, coordinatore nazionale di Mdp, e Nicola Fratoianni, segretario di Si. Il primo guiderà 3 dei 4 collegi proporzionali della Camera, mentre il quarto, il Toscana 2, vedrà in prima posizione Fratoianni. Alla Camera il movimento di Aldo Grasso rivendica poi candidature rappresentative del territorio senza nomi altisonanti.
Casapound, tartaruga a passo veloce? E sulla mancanza di paracadutati fa leva anche Casapound. La tartaruga riparte dal risultato oltre le aspettative delle amministrative a Lucca (quasi l’8%) e il leader Simone Di Stefano annuncia battaglia al centrosinistra escludendo qualsiasi alleanza col centrodestra. Le aspettative maggiori sono riposte nel professore di economia dell’ambiente e del territorio Gian Piero Joime, romano di nascita trapiantato ad Orbetello (GR) da circa 15 anni, e sul consigliere comunale di Grosseto Gino Tornusciolo.
Potere al Popolo corre fuori dalle alleanze Di alleanze non vogliono sentir parlare neanche dalla parte opposta. Potere al Popolo non giungerà a compromessi con nessuno in caso di elezioni perché «indipendenti e non rappresentati». Tra i nomi spiccano Ilaria Mugnai detta Norma, lavoratrice precaria e attivista delle Brigate di solidarietà, capolista al plurinominale del Collegio Toscana 3, e Lorenzo Palandri, studente universitario di 27 anni, capolista all’uninominale.