Animi infuocati in vista dell’assemblea dei soci di ChiantiBanca in programma per domenica a Firenze. Continuano i botta e risposta tra la nuova dirigenza e il gruppo di soci che hanno formato l’Associazione “Per una Banca in terra Toscana’. Al presidente della bcc Cristiano Iacopozzi, che presenterà un ordine del giorno per l’adesione al gruppo Iccrea annullando l’alleanza con Cassa Centrale Banca di Trento, l’associazione risponde sottolineando che l’istituto di San Casciano Val di Pesa «non potrebbe annullare il suo debito nei confronti del gruppo trentino», neppure se da Iccrea arrivasse un prestito di 20 milioni di euro. In una nota spiegano che «il titolo subordinato emesso da ChiantiBanca», subito dopo l’assemblea del maggio scorso a favore di Ccb, «non prevede infatti la possibilità di estinzione anticipata, se non a condizioni concordate da entrambe le parti, condizioni che non potrebbero che essere sfavorevoli per ChiantiBanca». E anche sull’eventuale ulteriore finanziamento da 20 mln che Iccrea sarebbe disposta a concedere, scrivono, non ci sono «evidenze» e ci sarebbero «serie controindicazioni».
Meno autonomia «Ma il vero dubbio – spiega ancora l’Associazione – riguarda il motivo per cui ChiantiBanca dovrebbe emettere un altro titolo subordinato. Se i coefficienti patrimoniali sono soddisfacenti, perché rafforzare ulteriormente il capitale? Inoltre, cosa dovrà dare ChiantiBanca in cambio di tale sostegno?». Una risposta, secondo loro, è arrivata dal direttore generale Venturi che, intervenendo a un convegno, avrebbe affermato che «gli interventi di sostegno della Capogruppo – ad esempio la sottoscrizione di prestiti subordinati – non potranno limitarsi alla mera sottoscrizione di questi prestiti, ma dovranno essere inquadrati in piani di risanamento più organici, ad esempio fino a prevedere operazioni di aggregazione». A ChiantiBanca così, concludono, verranno imposte «condizioni di controllo più restrittive, lasciata meno autonomia, e forse anche addirittura aggregazioni con altre BCC». «Chi non lo capisce è ingenuo o in mala fede».