Si riunisce domani la Direzione provinciale del Partito Democratico per discutere sul prossimo rinnovo alla Provincia di Siena. All’ordine del giorno, dovrebbe esserci solo una discussione sul programma, mentre giovedì 18 è previsto il voto per la lista e il candidato presidente. Sono state giornate febbrili di incontri pubblici, dibattiti in rete e riunioni più o meno riservate. Al momento sembrano in campo ancora le candidature di Stefano Scaramelli (Chiusi) e Andrea Rossi (Montepulciano). Anche se sullo sfondo c’è la candidatura del sindaco di Siena, Bruno Valentini, e dello stesso consigliere provinciale uscente nonché segretario provinciale Niccolò Guicciardini.
Una bella sfida per un partito che per la prima volta, dopo l’ottimo risultato elettorale alle Europee, è costretto ad una scelta unitaria che tenga conto di tutte le anime democratiche e che a Siena città sta subendo continui scossoni che rischia di farlo precipitare in una lotta continua senza fondo. Mentre, con una riunione apparentemente unitaria, le liste civiche dei comuni senesi riunite a Siena hanno espresso la loro candidatura unitaria per Piero Pii, il sindaco di Casole d’Elsa. Dopo l’affermazione nel maggio scorso nei comuni di Casole appunto ma anche di Chianciano terme, Colle di Val d’Elsa, Piancastagnaio e Pienza sono divenute un soggetto politico con cui la politica tradizionale non può non fare i conti. E questa decisione unitaria dimostra che esiste tra di loro una sorta di coordinamento e di reciproco riconoscimento. Un segnale politico che dovrà essere colto per i prossimi anni quando le stesse liste dovranno dimostrare di avere una proposta politica e amministrativa che vada oltre alle personalità che le hanno fondate. Rimangono per adesso esclusi dalla discussione tutti gli altri partiti politici di maggioranza (Psi, Sel e altri) e di opposizione.
Come andrà a finire domenica 12 ottobre, giorno delle votazioni in palazzo del Governo, è difficile dirlo. Anche perché il meccanismo del voto ponderato fa valere alcuni consiglieri votanti più (anche molto di più) di altri votanti. Per fare un esempio il voto del consigliere comunale di Siena potrà valere 10 mentre il consigliere comunale di San Giovanni d’Asso appena 1. Dunque, un meccanismo elettorale piuttosto complesso (e perverso) in cui anche il minimo scostamento di un consigliere “pesante” può determinare un risultato piuttosto che un altro. Occorrerà, dunque, una “disciplina” veramente impeccabile. Come quelle che appartenevano ai partiti della Prima Repubblica, per intendersi.
Intanto, il dibattito dentro il Pd si anima e nei giorni scorsi ha preso posizione il componente dell’Assemblea nazionale e della direzione regionale Fabio Di Meo, di area civatiana, che invita ad un «nuovo corso e ad un Pd più inclusivo e partecipato». Sulla questione della Provincia lancia ufficialmente la candidatura proprio di Niccolò Guicciardini, che «in virtù della carica che riveste sarebbe in grado di fare da sintesi politica e da elemento di garanzia per tutti». Insomma, Di Meo vuole evitare lo “scontro finale” interno al Pd e propone il segretario provinciale.
«Sarebbe – scrive Di Meo – un importante segnale di unità, e il segno della volontà di dare un’impronta fortemente politica alla guida della Provincia, un ente che nel nuovo assetto risulta potenzialmente soggetto a spinte centrifughe verso i territori. Un gesto che può condurre il Partito Democratico, con un atto visibile, forte ed efficace compiuto dal suo responsabile provinciale, verso una nuova fase unitaria coerente con il messaggio lanciato da Renzi a Bologna».
A questo punto vedremo cosa accadrà domani e nei prossimi giorni. E se davvero fosse quella di Guicciardini la candidatura giusta di sicuro si aprirebbero definitivamente i giochi per la gestione del partito in via Rosi. Tra qualche settimana all’ordine del giorno ci saranno le elezioni regionali. Quello sì che sarà un bel test per la tenuta del Pd a Siena. Mentre domenica 21 settembre viene in Valdorcia (a Bagno Vignoni) il presidente Enrico Rossi a presentare il suo libro “Viaggio in Toscana”, chissà se sarà anche l’occasione per comprendere meglio quel che accade dentro il suo partito a Siena e nella provincia.
Ah, s’io fosse fuoco