SIENA – Come mai la Val d’Orcia negli ultimi trenta anni è diventata un’icona universalmente riconosciuta in tutto il mondo? Quali sono le ragioni alla base dell’evoluzione di uno dei paesaggi mai conosciuti? E perché un prodotto agricolo fatto in un territorio bello è già di per sé anche buono e desiderato?
Sarà presentato sabato 25 settembre (ore 17) alla Cappella di Vitaleta a San Quirico d’Orcia (Siena) “Valore Val d’Orcia” (primamedia editore), il saggio giornalistico scritto da Lorenzo Benocci e Cristiano Pellegrini, con l’introduzione di Osvaldo Bevilacqua, che offre spunti di riflessione sulle ragioni alla base dell’evoluzione di uno dei paesaggi più iconici mai conosciuti.
Alla presentazione interverranno e porteranno il loro contributo il giornalista Michele Taddei, Emanuela Morelli, professore associato di architettura del paesaggio dell’Università di Firenze, Rossano Pazzagli professore associato di storia, territorio e dell’ambiente, Università del Molise, con la partecipazione di Osvaldo Bevilacqua e la presenza degli autori. Modera Valentina Bisti Tg1.
Il libro
Quello della Val d’Orcia – spiega il saggio – è un vero e proprio fenomeno che, complice anche il riconoscimento Unesco del 2004, non è più solo paesaggistico, ma è anche economico e soprattutto sociale. Un riconoscimento universale alla meraviglia del suo paesaggio, ma ancor prima a chi quel paesaggio, nel corso dei secoli, lo ha modellato seguendo gli ideali del Buon Governo del Lorenzetti. Proprio in Val d’Orcia sono presenti i simboli più conosciuti e riconoscibili della Toscana: i cipressi di San Quirico, la cappella di Vitaleta, il podere Belvedere, la strada della Foce, fino alle location di film pluripremiati con gli Oscar, da “Il gladiatore” a “Il paziente inglese”.
“Valore Val d’Orcia”, uscito nelle librerie il 20 settembre, non è una guida turistica e non è neanche un libro fotografico: si tratta invece di un focus su un paesaggio-icona, su un fenomeno sempre più in ascesa a livello globale, come anche i social network più utilizzati stanno dimostrando.
Gli autori, dopo aver ricostruito queste trasformazioni, iniziano un dialogo con illustri professionisti nel campo giuridico, economico, sociale, psicologico, del marketing e della fotografia; ma anche protagonisti del mondo imprenditoriale, attraverso i quali rispondono, con voce autorevole, alla domanda iniziale: come e perché il paesaggio della Val d’Orcia ha acquisito negli ultimi trent’anni un valore così universale nel segno del suo paesaggio.
“Un luogo concreto ma aperto a tutti i sogni” descriveva il poeta Mario Luzi la Val d’Orcia. Da paesaggio ‘lunare’ a territorio agrario, fino al ruolo di icona universalmente riconosciuta in tutto il mondo. Il successo della Val d’Orcia, in terra di Siena, ormai è un caso che merita di essere spiegato e approfondito.