Uno dei paesaggi di cipressi più celebri della Toscana nel Comune di San Quirico d'Orcia (SI) nel Parco della Valdorcia«La Val d’Orcia deve lavorare sempre più insieme partendo da cultura e turismo. E’ arrivato il momento anche per il nostro territorio di pensare ad un’integrazione sempre maggiore di questi servizi e io ritengo che i cinque Comuni debbano lavorare insieme per la programmazione e gestione dei servizi fin dal 2017». A lanciare la proposta Valeria Agnelli, Sindaco di San Quirico d’Orcia che spiega come serva «la definizione di una strategia comune di sviluppo e promozione, una programmazione sui principali eventi del territorio e la definizione di politiche di marketing territoriale e turistico per la valorizzazione del brand Val d’Orcia».

«I Comuni del Parco artistico naturale e culturale della Val d’Orcia – San Quirico d’Orcia, Montalcino, Pienza, Castiglione d’Orcia, Radicofani – spiega Agnelli – stanno lavorando per portare avanti l’accordo con la Regione Toscana sulla gestione e valorizzazione del paesaggio della Val d’Orcia; è iniziato, inoltre, un forte rilancio sui progetti legati al sito Unesco, ma a mio avviso nei prossimi mesi, dovremo necessariamente ragionare degli assetti istituzionali e della riorganizzazione del nostro territorio.

Il grande fermento sulla riorganizzazione istituzionale su cui si discute in queste settimane è sicuramente giustificato ma dobbiamo riuscire a guardare al futuro senza pensare di creare sovrastrutture che non sarebbero in linea con il tempo storico che stiamo vivendo.

Io ritengo che si possa iniziare a parlare in modo sereno anche di fusioni, purché non siano imposte dall’alto. Oggi questa parola non è più un tabù e per la Val d’Orcia potrebbe anche essere un’opportunità per avere quel giusto livello di integrazione nella gestione dei servizi da una parte e valutare se esista anche la possibilità di razionalizzare dei costi dall’altra. In questa fase di grandi difficoltà economiche per i cittadini e per gli enti – prosegue Agnelli – non possiamo certo sottovalutare la possibilità di accedere a finanziamenti e alle progettualità che le fusioni portano dando ai Comuni la possibilità di intervenire diminuendo la tassazione. Certamente non possono essere queste le uniche motivazioni ma è necessario porre sul tavolo tutti gli elementi per una valutazione che sia la più oggettiva possibile senza parlare con la “sola pancia”. Il percorso –conclude Agnelli – non è facile e deve essere fatto partendo dal basso, dai cittadini. Solo le persone hanno la titolarità a decidere».