Ristorazione, attività professionali e settore immobiliare. Terminato il primo trimestre, l’azione di contrasto all’evasione fiscale coordinata dal Comando Provinciale di Siena fa scoprire dai finanzieri della Tenenza di Montepulciano un’evasione per quasi tre milioni di euro, segnalando alle autorità 15 soggetti.


Servizio ristorante pulito – Un ristoratore “furbetto” ha avuto la brillante idea di rimanere totalmente sconosciuto al fisco. A portare gli investigatori sulle tracce dell’evasore totale è stata l’attività di intelligence condotta sul territorio, arricchita dall’utilizzo delle sempre più potenti  ed aggiornate banche dati in uso al Corpo. Ne è emerso un insieme di anomalie ad altro rischio, tipiche della figura dell’“evasore totale”, quali: omessa presentazione di dichiarazione dei redditi, mancata emersione di lavoratori dipendenti, omesso versamento di oneri retributivi e contributivi. In sintesi, il ristoratore aveva conservato buona parte delle scritture contabili obbligatorie, ma aveva “dimenticato” di pagare le tasse sui redditi prodotti. Nonostante tali condotte siano durate diversi anni, l’analisi investigativa  ha permesso di ricostruire a tutto tondo i guadagni dell’imprenditore. Particolarmente fruttuosa è stata la fase di ricerca documentale condotta  all’interno dei locali dell’impresa ed anche presso il domicilio dell’imprenditore, rinvenendo preziosi documenti, conteggi, appunti e dati extracontabili. Dal loro esame sono stati ricostruiti gli incassi effettivi maturati nei vari anni, recuperando a tassazione ben oltre 1 milione di euro. Inoltre, visto che nel corso dell’accesso sono stati trovati anche 2 camerieri in nero, sono state contestate 12 mila euro di ritenute non operate e/o non versate.


Servizio immobile fantasma – Un’adeguata attenzione e vigilanza è stata appositamente rivolta anche al fenomeno dell’elusione fiscale, colpendo quei comportamenti più insidiosi e complessi di aggiramento della norma tributaria spesso adoperati dai cosiddetti “colletti bianchi”. Nello specifico, le Fiamme Gialle hanno di recente concluso una verifica nei confronti di una società per azioni della Valdichiana attiva nel settore della locazione e sub locazione di beni immobili. Anche in tal caso i militari sono entrati nel domicilio del contribuente alla ricerca di ulteriori elementi di riscontro, allargando le indagini anche in Lombardia e Trentino Alto Adige per riuscire a smascherare comportamenti molto complessi di elusione fiscale. In particolare, l’attenzione degli investigatori si è soffermata sulla compravendita di un immobile ubicato in una nota località turistica delle Dolomiti.Nell’esaminare tale operazione, grazie anche alla collaborazione  assicurata dagli altri reparti del Corpo, è stato scoperto che l’immobile è stato acquistato da uno dei soci dell’impresa che si è servito di quest’ultima per scaricare il costo d’acquisto dell’immobile, detraendo l’Iva. Si veniva così a configurare una triangolazione di compravendite: la società di Sinalunga che ha acquistato l’immobile per un valore pari a 600mila euro, lo ha rivenduto per 846mila euro ad un socio della società medesima, che successivamente lo ha rivenduto -a titolo personale- per un valore pari a 1.200.000 ad un altro soggetto ancora. Usufruendo in modo elusivo dello schermo societario ne derivava un risparmio di imposta pari ad un milione di euro circa.


Libere professioni ed evasione – La scoperta dell’evasione fiscale realizzata da un noto libero professionista con studio in Montepulciano, passa, in questo caso, attraverso un servizio condotto in passato nel settore delle compravendite immobiliari. In quella circostanza emerse un milione di euro di evasione, a cui fece seguito anche la denuncia di 3 persone per favoreggiamento in frode fiscale. La cosa più interessante è che intorno a tale evasione esisteva un articolato progetto fraudolento: i potenziali clienti, individuati anche con l’ausilio di una compiacente agenzia immobiliare, venivano “invitati” a dichiarare cifre inferiori a quelle reali; la differenza di prezzo veniva versata in contante ed a nero. Quindi, c’era anche una banca di riferimento, un commercialista esperto in grado di realizzare a tavolino artifici contabili per mascherare il “nero”, e la compiacenza del notaio che percepiva lui stesso compensi in nero. In tale contesto il professionista ha  percepito compensi in misura percentuale ai prezzi pattuiti tra costruttore e compratore, e fatturato in percentuale ai prezzi dichiarati negli atti di compravendita effettivamente registrati. Superfluo sottolineare che i prezzi pattuiti erano notevolmente superiori ai prezzi dichiarati. Sono quindi scattati una serie di accertamenti bancari per ricostruire il reale volume di affari, l’insieme delle transazioni finanziarie ed i relativi guadagni accumulati nel tempo. Dopo un approfondito esame di oltre 100 rapporti finanziari, sono stati portati alla luce altri redditi illecitamente sottratti al fisco per un valore complessivo di 500mila euro.


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