FIRENZE – Il presidente della Toscana Eugenio Giani rappresenterà il problema del mancato riconoscimento del vaccino cinese, Sinovac, al Governo, mentre il console Wang Wengang assicura «la massima sensibilizzazione della comunità cinese a Prato attraverso le associazioni del territorio, nell’intento di favorire opportune e dettagliate informazioni sulle procedure cui uniformarsi in materia sanitaria».
Sono alcune delle misure per risolvere le enormi problematiche legate al green pass e alla più importante comunità straniera di Prato, affrontate in un incontro convocato dal Prefetto Adriana Cogode. Oltre al presidente della Toscana e al console della Cina hanno partecipato i sindaci di Prato e di Montemurlo, Matteo Biffoni e Simone Calamai, il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl, Renzo Berti, il direttore sanitario Emanuele Gori e tutti i vertici territoriali delle forze dell’ordine compreso il comandante del Nas di Firenze, Andrea Davini.
«La numerosa presenza di attività produttive con la presenza di dipendenti stranieri – riferisce stasera in una nota il prefetto Cogode – è stata oggetto di attenzione essendosi riscontrato che una parte della comunità cinese avrebbe ricevuto la somministrazione, nel paese d’origine, del vaccino che allo stato attuale non è riconosciuto come valido dalla European Medicine Agency, circostanza che non consentirebbe neppure di sottoporsi ad una nuova somministrazione con uno dei vaccini riconosciuti dall’Ema». Altro problema – ma che in realtà secondo quanto riferito dai rappresentanti dell’Asl ormai sarebbe in via di risoluzione – attiene agli stranieri abitanti a Prato che, pur avendo avuto accesso alla somministrazione vaccinale in Italia esibendo un documento di identità, non sono riusciti ad ottenere la certificazione verde perché non hanno il codice fiscale. In effetti, è stato da tutti osservato come «la normativa in materia di Green pass non contempli la possibilità per le autorità regionali né locali di apportare deroghe, conseguentemente in assenza di autorizzazioni o validazioni da parte del comitato tecnico scientifico o del ministero della Salute la questione non potrà trovare soluzione se non attraverso l’acquisizione del green pass facendo ricorso al tampone per chi sia già vaccinato con vaccini non riconosciuti dall’Ema».