Le feste di Capodanno le ha trascorse al Teatro ‘Verdi’ di Firenze, dove è andato a vederlo recitare anche l’attore inglese premio Oscar, Colin Firth. Quelle post Epifania le trascorrerà invece a Pisa dove da stasera è in scena, per il suo spettacolo ‘Un’ora di tranquillità’. «Il personaggio centrale della storia è un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità per godersi in pace l’ascolto di un vecchio disco in vinile che è riuscito a rintracciare e acquistare da un rigattiere.- racconta Massimo Ghini, ieri sera ospite alla riapertura dopo 20 anni del teatro ‘Niccolini’ di Firenze- In realtà, però, tutta una serie di eventi e personaggi lo interrompono: la moglie che vuole assolutamente parlargli di cose importanti del loro rapporto; il vicino di casa, in preda ai disastri per i lavori che sta facendo nel proprio bagno; un improbabile idraulico che invece di riparare i guasti provoca ulteriori danni… E poi, ancora, amici, amanti e figli che irrompono uno dietro l’altro, inconsapevoli di rendere impossibile al povero protagonista di godersi in pace il suo disco. Senza poterli minimamente prevedere, verranno così alla luce vecchi amori, tradimenti, bugie… L’ora di tranquillità è praticamente un sogno irraggiungibile fino al momento in cui tutto si ferma e il disco viene finalmente preso per essere ascoltato».
Un’ora tranquilla Con Massimo Ghini, ci sono una serie di attori molto noti e che lui stesso ha fortemente voluto con sé: Galatea Ranzi, Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro, Gea Lionello e i giovani Luca Scapparone e Alessandro Giuggioli. «La storia – ha aggiunto Massimo Ghini– mi è stata segnalata da un direttore di teatro che l’aveva appena vista a Parigi. La prima lettura è stata immediatamente rivelatrice delle potenzialità del testo stesso. Una intelaiatura da farsa, composta e sviluppata con eleganza da grande commedia, cinica e moderna, non disdegnando la memoria, geometrica, di tanta commedia francese che ancora continua ad essere fonte di ispirazione per molto cinema di successo. Il nostro protagonista, che più che essere un protagonista finisce per essere il Caronte di se stesso, andrà incontro ad uno Tsunami che lo travolgerà. Onda anomala composta da una serie di persone, di affetti, di sconosciuti che scaricheranno su di lui le loro nevrosi, spinti, a loro pensare, da un senso di giustizia che vorrebbe riparare al male fatto. La meravigliosa doppiezza dei protagonisti fa si che qualunque opera riparatrice essi vogliano compiere, si trasformerà in tortura. Il cinismo che pervade tutta la storia mi ha affascinato. Quando, la mancanza di ipocrisia, permette ad un autore di poter essere così diretto e spietatamente onesto, la risata arriva là dove tanta morale, tanta ipocrisia appunto, fa spesso danni irreparabili. Ridere continuando a descrivere la doppiezza della società che non parla e se lo fa mente, accettando tutti di essere protagonisti del nulla».
L’industria culturale italiana Massimo Ghini,a margine della serata al teatro ‘Niccolini’, ha anche commentato i recenti dati di un sondaggio che vogliono l’Italia come un paese dove un cittadino su cinque non fa cultura, rinunciando ad andare a teatro, al cinema o a leggere un libro o un giornale. «Lo spavento da certi punti di vista è reale nel senso che se noi consideriamo di essere una delle fabbriche della cultura nel mondo, mi dispiace che ci sia creato un inversione di tendenza da questo punto di vista-ha sottolineato Ghini- Nel nostro Paese si tende e a superficializzare, a non considerare quello che veramente abbiamo. Al di là delle paure comprensibili in questo momento è fondamentale per gli italiani ma anche per i tanti turisti che vengono nel nostro Paese, emozionarsi davanti al patrimonio culturale che abbiamo. Se noi ogni mattina ci alziamo e ce lo dimentichiamo siamo i peggiori esseri nel mondo. La responsabilità di certi dati negativi credo sia un po’ di tutti: di noi che facciamo gli artisti,e della politica che si deve preoccupare che il futuro del Paese deve passare anche attraverso di questo perché questo è il nostro petrolio che non abbiamo, ciò raccontare la storia del nostro passato per costruire un futuro migliore».