«Le Unioni dei Comuni potranno essere un’opportunità in termini di aumento di efficienza, di efficacia e migliore corrispondenza tra tassati e utilizzatori dei servizi solo nel caso dei Sistemi Urbani Giornalieri, vale a dire unioni di medie-grandi dimensioni (50/150mila abitanti), che potrebbero diventare punti di riferimento per un nuovo e più efficiente sistema delle autonomie in Italia». Giovanni Maltinti, docente di finanza regionale e locale dell’Università di Firenze, intervenuto ad un convegno promosso da Anci Toscana, ha le idee chiare su come e soprattutto in che termini, la scelta obbligata delle Unioni per razionalizzare il sistema delle autonomie locali di primo livello in Italia si debba compiere alla luce delle normative statali e di quelle regionali.
Efficacia ed equità da ricercare Secondo Maltinti «spingendo i piccoli Comuni a gestire insieme i principali servizi si ottengono quasi sempre economie di scala e la singola unità di prodotto, servizio costerà meno di prima. Ma l’efficacia migliorerà anche per un secondo motivo e cioè che al di sotto di una certa soglia dimensionale alcuni servizi (asilo nido, mensa) non possono proprio essere prodotti a meno di non incorrere in costi proibitivi». C’è poi l’aspetto dell’equità. «L’Unione potrà migliorarla se la sua circoscrizione territoriale sarà molto simile a quel sistema territoriale in cui si compiono le attività quotidiane dei suoi residenti (lavoro, studio, tempo libero)». Infatti i confini amministrativi rappresentano ormai ben poco quelli delle relazioni casa – lavoro, casa – studio, tempo libero con l’effetto che alcuni comuni si fanno carico, troppo spesso, di servizi i cui benefici vengono utilizzati da residenti dei comuni limitrofi.
Gli ambiti di applicazione della normativa La legge regionale, in questo contesto, individua tre ambiti di applicazione: le cosiddette fusioni implicite – due piccoli comuni contigui che potrebbero fondersi utilmente –, i Sistemi Urbani Giornalieri identificati da intese spontanee (Empolese Valdelsa e Valdera) e tra questi le ex Comunità Montane costituite da tanti piccoli comuni senza un capoluogo naturale. «Se nei Sistemi Urbani Giornalieri il conseguimenti dei tre obiettivi positivi è possibile, negli altri due – spiega Maltinti – ci potranno essere sicuramente economie di scala ma difficilmente si potrà raggiungere il criterio dell’equità». Quanto all’efficacia l’avvertimento di Maltinti è molto chiaro.
I nodi ancora da sciogliere «Si potrà parlare di efficacia solo in presenza di accordi tra i Comuni sui costi di transazione – rappresentanza e controllo – e soprattutto non siano troppo alti i costi di semplificazione e non ci siano duplicazioni dei servizi. E’ poi necessario che l’accentramento nella produzione si accompagni ad un adeguato decentramento nella distribuzione dei servizi stessi (biblioteche, ospedali) per evitare che ci siano perdite di efficacia per gli utenti». Avviata la riforma rimane, tuttavia, aperto un interrogativo e cioè se i Comuni, sindaci in testa, avranno nelle loro scelte questo approccio critico o se penseranno soltanto ad adeguarsi a ciò che la normativa gli impone.