ROMA – La Corte costituzionale potrebbe aver messo al sicuro i diritti acquisiti nell’ambito delle unioni civili anche se uno dei partner dovesse cambiare sesso.
Esito di una sentenza di due giorni fa, portata alla ribalta da Fabrizio Marrazzo, primo firmatario del referendum Si Matrimonio Egualitario e Portavoce Partito Gay Lgbt+. “Il comma 26 era uno dei sei emendamenti inclusi nel nostro quesito depositato presso la Cassazione nel gennaio 2022 – ha spiegato l’attivista – Tuttavia, il percorso del referendum è stato interrotto il 26 marzo 2022, quando i tribunali di Lucca e Torino hanno richiesto l’intervento della Corte Costituzionale riguardo all’abolizione di questo comma, essendo parte integrante della nostra proposta. Questa sentenza è di grande importanza storica, confermando la legittimità del nostro quesito per il Matrimonio Egualitario”.
Marrazzo ha poi indicato le prossime mosse: “Procederemo con il referendum proprio dalla Sardegna, come indicato dalla presidente Alessandra Todde. Successivamente, cercheremo il sostegno delle altre quattro Regioni Progressiste: Emilia Romagna, Puglia, Toscana e Campania. Con il supporto di cinque regioni, saremo in grado di proporre il referendum a livello nazionale. Nonostante il sostegno ottenuto dal Movimento 5 Stelle, stiamo ancora aspettando una risposta dalla Segretaria del Pd, Elly Schlein“.