Le banche danno credito agli orafi col contagocce e l’indotto fatica a lavorare. Interviene la Regione che si fa garante delle aziende: 5 kg d’oro o 50 kg di argento in cambio di un dipendente assunto e il prestito d’uso è coperto dalla Regione per l’80% del totale. I posti opzionati sono già 150 ma potrebbero salire fino a 300.
Un posto di lavoro vale Oro e precisamente 5 kg Questo è il cuore del protocollo firmato da Regione, Consulta orafa e associazioni di categoria di Arezzo. L’annuncio è stato fatto agli Stati generali dell’oreficeria tenutesi ieri nel tardo pomeriggio all’auditorium della Camera di commercio di Arezzo. Un modo per rilanciare una zona che sta reggendo alla crisi, anzi desidera avviarsi al rilancio totale con le sue tante aziende medio-piccole. Le aziende orafe hanno opzionato 150 posti, potrebbero diventare 300. La Regione dà un garanzia gratuita alle imprese, grazie alla quale ottenere dalle banche un prestito d’uso o un mutuo in oro per l’acquisto della materia prima. Il prestito d’uso, della durata di due anni, dovrebbe essere garantito all’80% da Confidi grazie alla controgaranzia della Regione. Il progetto prevede, al termine del periodo di due anni, la possibilità per ciascuna azienda di convertire il prestito d’uso in mutuo in oro/argento con durata di 5 anni con tassi al 3% circa. In cambio, le aziende si impegnano a fare un’assunzione per ogni 5 kg d’oro acquistato, fino ad un massimo di 15 kg di oro (150 di argento) per 3 nuovi dipendenti.
Obbiettivo ripresa: la Regione stanzia oltre 6 milioni di euro. Il protocollo ha due specifici obiettivi: incrementare l’occupazione legata all’acquisto di oro e argento e favorire l’approvvigionamento di metalli preziosi da parte delle aziende del distretto orafo di Arezzo. Il fondo per le garanzie alle imprese è finanziato dalla Regione con oltre 6 milioni di euro. «Il credito sull’oro – ha dichiarato il governatore Enrico Rossi, presentatosi agli Stati generali con la buona nuova – rappresenta un doppio messaggio per imprese e giovani in cerca di lavoro in una situazione in cui l’export va in Toscana come nelle migliori situazioni locali in Germania. È la forza produttiva della nostra regione: gli imprenditori di qui reinvestono e la Regione a questi vuole guardare. La Regione – ha ricordato il governatore – metterà a disposizione i finanziamenti europei, i bandi sono già partiti. Le imprese presentino progetti, che saranno esaminati per giudicare quelli validi. Dopodiché le aziende potranno costruire i progetti esecutivi con la sicurezza che hanno possibilità di essere accolti. E poi, ancora, risorse sul risparmio energetico».
Le novità sono state accolte bene. Il leader degli Orafi di Confartigianato, Andrea Boldi, ha addirittura parlato di una «giornata storica». La prova del fuoco sarà quella della tenuta e dell’inserimento del patto nei nuovi scenari politici ed economici aretini, toscani ed internazionali.