Se non si arresta l’importazione selvaggia di riso a dazio zero dalla Cambogia, la risicoltura italiana – la più importante in Europa – tornerà in meno di un anno ai livelli produttivi di venti anni fa, mettendo a rischio l’equilibrio idrogeologico di una vasta zona compresa tra il Po ed il Ticino. Lo sottolinea Confagricoltura ricordando che, a causa della concorrenza del riso cambogiano, i prezzi di mercato delle varietà italiane di riso Lungo B (indica) sono scesi dai 26 euro/qle dello scorso febbraio, agli attuali 22 euro, livello che ormai non copre neppure i costi di produzione.
Aiuti PAC (?) – A poco serviranno gli aiuti della nuova PAC “verso il 2020”, pesantemente ridimensionati dal prossimo anno, e nemmeno il pagamento specifico per il riso previsto a livello nazionale aiuterà più di tanto, scontando la scelta, miope, di non utilizzare tutti i fondi disponibili per questa misura di sostegno ai settori in crisi. Confagricoltura ricorda che le importazioni nell’Unione Europea di riso di origine cambogiana, che non è soggetto al dazio doganale di 175 euro/ton., sono aumentate nell’ultima campagna di commercializzazione di quasi 100 mila tonnellate, sfiorando le 200 mila in 12 mesi. In soli nove mesi dell’attuale campagna (settembre 2013 – maggio 2014) il quantitativo importato dalla Cambogia è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con la prospettiva di toccare le 250 mila tonnellate entro il prossimo agosto.
Invasione – In sostanza, grazie alle condizioni preferenziali che le derivano dal proprio status di Paese Meno Avanzato, la Cambogia sta esportando “a mani basse” sul mercato europeo, diventato il suo principale sbocco commerciale, sostituendo gli altri competitor asiatici che sono invece soggetti al dazio. Permanendo queste condizioni, la nuova campagna commerciale che si aprirà il prossimo 1′ settembre registrerà un notevole appesantimento dell’offerta di risone e riso lungo B, con un aumento dell’invenduto di oltre 500.000 quintali rispetto all’anno scorso. I risicoltori di Confagricoltura manifesteranno contro questo lento “strangolamento” del settore, bloccando per una settimana l’attività di contrattazione delle principali borse merci nelle province risicole del nord: il 14 luglio a Novara, il 15 a Vercelli e a Milano, il 16 a Pavia e il 18 a Mortara. Per questo Confagricoltura ribadisce al Governo italiano e alla Commissione Europea l’urgenza di ripristinare il normale dazio doganale sulle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia, applicando la clausola di salvaguardia ai sensi dell’art. 22 del Regolamento Ue n. 978/2012.
IL COMMENTO DEL MINISTRO MARTINA – “Quella dei risicoltori italiani è una battaglia giusta che noi stiamo conducendo da mesi. Da quando, primi in Europa, abbiamo posto anche formalmente la questione alla Commissione europea. Per ben due volte negli ultimi mesi siamo stati artefici di un confronto che ha portato anche alla presentazione di un testo condiviso con altri Paesi membri ed in particolare con Spagna e Grecia per coordinare un’azione congiunta di sensibilizzazione a livello europeo per l’adozione di opportune misure di contrasto”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato le azioni di protesta nelle aree risicole del nord Italia contro l’importazione di riso a dazio zero da Cambogia e Myanmar. “Stiamo lavorando con il Ministero dello sviluppo economico e con l’Ente Nazionale Risi – continua Martina – ad un documento che valuti le effettive conseguenze negative sul settore, in termini di margini economici per le imprese e di tenuta dell’intero comparto risicolo italiano ed europeo. Abbiamo intenzione di sensibilizzare al massimo la Commissione su questa vicenda che richiede in tempi brevi un riscontro rapido ed efficace per salvaguardare il settore”.