Quando in auto o a piedi – la bici non è il mio mezzo e la moto mi terrorizza – attraverso le colline della Val d’Orcia, del Chianti senese, di quello fiorentino, il Montalbano, la Maremma, la Versilia insomma ogni angolo della “mia” regione, penso che la Toscana, nonostante tutto e tutti, sia una terra benedetta. Non farò un elenco dei motivi perché se ci vivete, li avete sotto gli occhi tutti i giorni. Se non ci vivete, il mio consiglio è di venire a scoprirli di persona. La primavera è la stagione perfetta e la settimana che inizia fra due giorni, l’1 marzo, può essere quella ideale, specie se avete un animo gourmet. In una manciata di giorni, infatti, si svolgono due manifestazioni che vale la pena visitare almeno una volta: Terre di Toscana a Lido di Camaiore (1 e 2 marzo) e Taste a Firenze (7,8 e 9 marzo).
Non è mia abitudine fare post che annunciano questi eventi, magari qualcosa durante lo svolgimento o dopo se ho fatto esperienze positive, ma nei giorni scorsi mi sono trovata a discutere con alcuni colleghi-amici sull’opportunità o meno di fare manifestazioni di questo tipo anche oggi che tutti, o quasi, sono raggiungibili ovunque e sempre tramite i social network, il sito internet o il canale video su YouTube. In un mondo dove è immediato “conoscere” i prodotti di chiunque, ha senso partecipare a un evento-esposizione? Io sto dalla parte di chi sostiene che il senso ce l’ha, eccome. Forse anche più di quello che aveva quando le mostre erano l’unica occasione di entrare in contatto con un mercato, le sue novità e le persone che ne erano protagoniste. Vedere dal vivo, essendo fisicamente presenti in un posto, è un’esperienza comunque superiore al farlo per procura, cioè usando supporti mediatici, e la convinzione vale ancora di più quando si tratta di conoscere un vino, una pasta, un frutto o una salsa. Le immagini della birra che esce spumeggiante dalla bottiglia appena aperta che si vedono nel video promozionale sul sito di qualsiasi bionda sono molto glamour, ma vuoi mettere con una sorsata fresca bevuta da un bicchiere da degustazione? Un produttore che ti spiega guardandoti negli occhi perché ha deciso di chiamare con quel nome il suo ultimo prodotto, che ti trasmette la sua passione per il vitigno che ha appena impiantato (ne abbiamo 1.200 autoctoni, uno che appassioni pure voi ci deve essere!) o per l’affinamento scelto una volta che le uve diventeranno un rosso importante o un bianco profumato, ecco, quel produttore non sarà mai così “memorabile” mentre racconta magari le stesse cose in un filmato, per quanto ben fatto. Nemmeno Giovanni Rana è altrettanto affabile di persona e alla Tv. Una volta a Taste ho ascoltato a bocca aperta il patron della Domori che raccontava la sua passione per il cioccolato, i viaggi in Sud America dove ha creato le sue piantagioni ideali per ottenere un prodotto di grande qualità e responsabilità etica. Ha parlato per quasi un’ora e in platea non volava una mosca. Devo dire che adesso ogni volta che mangio Domori il cioccolato mi sembra più buono? Sì, è così. Magari non più buono, già buonissimo, ma un po’ più mio.
Terre di Toscana e Taste sono dedicate alle produzioni di eccellenza del nostro agroalimentare, hanno stili e durata diversi – la prima due giorni, la seconda fra dentro e fuori la stazione Leopolda va avanti quasi due settimane – ma sono un’occasione per assaporare, conoscere, confrontarsi, in poche parole fare un’esperienza autentica nell’inesauribile mondo del cibo. E poi hanno un’altra caratteristica che le rende amabili: si concludono di lunedì, cancellando la malinconia della domenica sera.
LA RICETTA? Nel prossimo post, con i prodotti che comprerò alle mostre!