Questa volta a scrivere sono alcuni bambini di una classe seconda della scuola elementare, entusiasti di raccontare una loro giornata trascorsa con le maestre dentro un caseificio per vedere come nasce il formaggio pecorino, che trovano poi nelle loro tavole. E’ fondamentale, inutile ricordarlo, educare le giovani generazioni ad una cultura alimentare che sia il più possibile sana, locale e stagionale. Un concetto, che i più giovani sembrano averlo già appreso molto bene, grazie anche alla sensibilità degli insegnanti e di una società finalmente sempre più attenta a ciò che mangiamo. Ecco il loro racconto:
“Questa mattina siamo andati ad un caseificio vicino a San Giovanni d’Asso, che si chiama Vergelle. Quando siamo arrivati, abbiamo visto due cani che si chiamavano Rambo e Golia. Poi è arrivata una signora che si chiama Pasqualina, che ci ha fatto vedere come si fa il formaggio. C’erano due grossi recipienti, che contenevano il latte per fare il formaggio. Sotto i grandi contenitori ci sono delle fustelle da cui esce il siero, poi viene fatta la forma, viene salata e quindi messa nella cella frigorifera a stagionare. Dentro le forme di formaggio c’erano anche (in forme diverse) dei pezzettini di tartufo, peperoncino, erbetta, funghi, vinaccia, per fare il formaggio. Poi siamo saliti in terrazza, mentre si aspettava che Pasqualina ci portasse il formaggio, noi si curiosava. Dopo l’ha portato per farcelo assaggiare. Poi siamo andati a vedere le pecore e gli agnellini e un signore ce l’ha fatto prendere uno in braccio. Quando ci siamo allontanati dalla stalla siamo andati a lavarci le mani, poi abbiamo fatto colazione, e quindi siamo andati a fare una passeggiata intorno al caseificio e abbiamo raccolto i sassi che assomigliavano a minerali e abbiamo incontrato il cane golia. Poi è scappato ed è venuto Rambo, giocando un po’ con lui, e ci ha guidato al pulmino per tornare a scuola”.
Matteo, Laerte, Nicola e Giorgia
Classe Seconda – Scuola Elementare San Quirico d’Orcia (Si)