Non si arresta la grande solidarietà degli agricoltori nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma. Una delegazione della Cia Toscana si è recata a Serrapetrona (Macerata) per la consegna di una unità abitativa ad un’azienda agricola colpita dal terremoto dello scorso 30 ottobre. La casetta mobile ad uso abitativo è stata consegnata ad un associato marchigiano e donata dalla Cia Toscana con il contributo anche delle Cia di Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Siena e Toscana Nord. A portare personalmente la solidarietà, insieme al presidente regionale Luca Brunelli, il direttore Giordano Pascucci, il vicepresidente (e presidente di Grosseto) Enrico Rabazzi, con Cinzia Pagni presidente Cia Livorno (e vicepresidente nazionale), con Francesca Cupelli presidente di Pisa; e sul posto la presidente Cia Marche, Mirella Gattari e il tecnico Franco Pallotta.
Un gesto solidale che permette all’agricoltore Sandrino Quadraroli e alla moglie Adelaide – che ha la propria abitazione inagibile – di poter restare, continuare a vivere e lavorare nella propria azienda agricola. Si tratta di un’azienda vitivinicola, con 3,5 ettari a vigneto, dove si produce la pregiata Vernaccia di Serrapetrona Docg. Nell’azienda anche una cantina per la vendita diretta realizzata da poco e che non ha subito danni.
«La Cia – sottolinea il presidente regionale Luca Brunelli – è una grande famiglia che si sta muovendo e che sta dando risposte ad una popolazione che sta soffrendo. Oggi i riflettori sono ancora accesi, ma sarà compito di tutti noi fare in modo che non si spengano e che vengano create nuove opportunità per far ripartire questa terra». «Lo spirito che è sempre appartenuto alla cultura mezzadrile – commenta il direttore Cia Toscana, Giordano Pascucci – è ben vivo anche oggi, che c’è nel mondo agricolo. In questo senso la storia delle campagne della Toscana e delle Marche è simile; anche in passato si aiutava il vicino di podere che aveva bisogno, e così continuiamo a fare oggi». «L’unica possibilità per dare una mano a queste persone per ritornare ad una vita normale – afferma Enrico Rabazzi, vicepresidente Cia Toscana – è quella della solidarietà, doverosa almeno fra agricoltori». L’abitazione della famiglia Quadraroli è inagibile e con molta probabilità dovrà essere demolita. L’azienda vitivinicola resta l’appiglio da cui ripartire: «Abbiamo ricevuto una grande solidarietà da ogni parte d’Italia – dice Adelaide Quadraroli -; nei quaranta giorni vissuti nel campo di accoglienza ci sono arrivati cibi e vestiti da ovunque. Oggi addirittura una casettina donata dagli agricoltori toscani della Cia che ci permetterà di stare qui, di vivere e lavorare qui, e di non dover correre ogni giorno per ore. Ringrazierò per sempre la Cia Toscana, per l’immenso dono che ci è stato fatto».