Il Sassicaia non è un vino è una leggenda, così come l’altro gioiello di famiglia Ribot. Tutti i sogni e le bellissime imprese sono legati ad un luogo da favola e Bolgheri lo è con i suoi “cipressi alti e schietti in duplice filar” custodi dell’immenso tesoro.
Questa fantastica storia nasce da una geniale intuizione del marchese Mario Incisa della Rocchetta, un gentiluomo piemontese che nei primi anni 40 nella vasta tenuta ereditata da sua moglie Clarice della Gherardesca, decise di realizzare un’idea che gli era venuta quand’era studente a Pisa: produrre sulle nobili colline baciate dal mare toscano un vino ispirato ai più famosi Bordeaux piantando viti di Cabernet Sauvignon. I marchesi Incisa della Rocchetta hanno sempre puntato al massimo, con grande lungimiranza e cultura, di chi ha girato il mondo e frequentato i salotti giusti. Sono entrati nella storia con la scuderia Dormello-Olgiata insieme a Federico Tesio con Ribot vincendo 16 gran premi (per due volte il celebre Arc de Triomphe di Parigi) ritirandosi imbattuto, e con il Sassicaia il vino più famoso e apprezzato nel mondo. Erano gli anni venti quando
Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza, in una zona mai stata prima a vocazione vinicola, investendo sul Cabernet, lontano dalla tradizione toscana del Sangiovese e del Nebbiolo. Circondato dallo scettiscismo dei contadini della zona, capì per primo che i vigneti del Sassicaia beneficiano infatti di un microclima favorevole dato dalle aree boschive che li difendono dal libeccio e dal maestrale, garantendo la giusta escursione termica tra il giorno e la notte e favorendo l’accumulo degli aromi più delicati e nobili. È proprio questa “nicchia ecologico-climatica”, ovvero la favorevole combinazione di clima, terreno e vitigno, che consente al Sassicaia di avere sempre una spiccata personalità rispetto a tutti gli altri vini.
Il vino venne prodotto, inizialmente ad esclusivo uso familiare, in controtendenza con gli standard produttivi dell’epoca che tendevano a privilegiare la quantità alla qualità. La prima annata commercializzata fu il 1968, grazie anche agli incoraggiamenti che arrivavano da Luigi Veronelli, uno dei primi a tesserne le lodi. Successivamente in una degustazione alla cieca organizzata dalla rivista inglese “Decanter” sui più importanti Cabernet, l’annata 1972 del Sassicaia viene eletta miglior Cabernet al mondo. Ma il successo planetario arriva con l’annata 1985, primo vino italiano a prendere 100 punti da Robert Parker (Wine Advocate) La tenuta dei sogni si estende per 2.500 ettari con solo 75 ettari più vocati per il Sassicaia, ma così eccezionali da meritare una D.O.C tutta loro (D.O.C. Bolgheri Sassicaia) che è l’unica in Italia ad essere inclusa interamente in una proprietà.
I vigneti della Tenuta San Guido si estendono su una superficie complessiva di circa 90 ettari e sono suddivisi in zone scelte per le particolari caratteristiche sia di esposizione che di composizione del terreno. Una parte dei vigneti si trovano in collina, ad un’altitudine che va dai 200 ai 300 metri s.l.m. I vigneti San Martino e Mandrioli sono a ridosso delle colline nella zona centrale della Tenuta mentre, gli altri vigneti sono situati più in basso ad un’altitudine sul mare di circa 80 metri.
I vigneti, coltivati a cordone speronato, producono circa 55-60 Q.li di uva per ettaro. Il sistema di coltivazione e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini ed estratto. La Tenuta oltre al celebre Sassicaia produce altri due grandissimi vini il Guidalberto, il cui nome è in onore di un antenato ricordato anche per aver piantato il celebre viale dei cipressi di Bolgheri, un merlot di piacevolissima bevuta e Le Difese, il cui nome deriva dai denti che il cinghiale usa per difendersi durante le cacciate in toscana dai cani, 70% Cabernet e 30% Sangiovese, vino che si caratterizza per la buona struttura e per la sua estrema morbidezza che lo rendono estremamente bevibile.
Il Sassicaia è Bolgheri, una perla incastonata tra la macchia mediterranea affacciata sul mare, dove colori e profumi nobili ci riportano ad un tempo lontano e ci fanno vivere sensazioni magiche, dove il maestrale che accarezza i cipressi sembra far volare in alto le idee i sogni e le intuizioni di menti illuminate, dove il verde delle vigne sembra riposare tra l’azzurro del cielo e del mare. Il Sassicaia è uno stile di vita, uno stato d’animo, un modo di vivere sempre alla ricerca dell’impresa per essere come Ribot da “piccolo anatroccolo” a cavallo del secolo o come il Sassicaia creato nella diffidenza diventato poi il numero uno al mondo. Il Sassicaia è un esempio di vita soprattuto in un momento così difficile, dove ogni certezza sembra svanita, dove è difficile riuscire a vedere la strada maestra, perchè ogni sorso di questo nettare magico ci ricorda che solo con la lungimiranza, la costanza, il tempo, il sacrificio possiamo scrivere le più belle pagine della storia.