A Siena sbarcano gli inglesi. La GlaxoSmithKline ha acquistato per 7,1 miliardi la divisione vaccini della Novartis e contestualmente l’azienda svizzera ha prelevato per 16 miliardi la divisione oncologica degli inglesi. Le sedi di Siena e Rosia con i suoi quasi 3000 dipendenti dal 2015 quindi passeranno sotto alla Gsk, azienda con sede a Londra e presente in Italia dal 1932. Il nodo principale da sciogliere nell’operazione resta proprio quello dell’occupazione, un argomento che dovrà essere affrontato dalle due aziende in questione.
La premonizione di Rossi Intanto dai rumors inglesi trapela la volontà di investire su Siena per la «fiducia nel sito e nei prodotti». Tra questi prodotti il fiore all’occhiello è senza dubbio il vaccino per la prevenzione della meningite di tipo B che sarà effettuato, come annunciato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, gratuitamente a tutti i nati in Toscana. Proprio Rossi venerdì scorso aveva visitato la sede della Novartis di Siena: «Un punto di eccellenza mondiale, abbiamo l’orgoglio del vaccino del meningococco di tipo B che vogliamo adottare subito per i bambini in Toscana». «Con Novartis vogliamo continuare anche una collaborazione sul piano dei vaccini cosiddetti orfani. Vogliamo lavorare su un istituto vaccini che dia ancora soddisfazione a questa realtà». Ebbe a dire Rossi dopo l’incontro con l’amministratore delegato dell’azienda ribadendo la volontà di investire. Parole che stridono e molto sull’operazione messa a segno oggi, che ci mette sul tavolo invece una decisione nell’aria ormai da diversi mesi, ovvero la volontà da parte dell’azienda svizzera di cambiare settore di investimento, lasciando Siena (leggi).
Il cauto ottimismo della Cgil Ma la Cgil oggi sembra cautamente soddisfatta dell’accordo raggiunto e delle prospettive lavorative per i poli produttivi di Siena e Rosia. «Attendevamo questa decisione tra un paio di mesi – ha sottolineato Marco Goracci, segretario Filctem Cgil di Siena – ma oggi questo tipo di soluzione ci permette di intavolare un confronto aperto con la nuova proprietà. Una soluzione interna sarebbe stata certamente più dannosa». Le preoccupazioni della sigla sindacale riguardano casomai i circa 800 lavoratori dipendenti delle agenzie interinali perlopiù con contratto a tempo determinato, «sulla loro posizione – ha spiegato Goracci – dovremo capire quali saranno le intenzioni della nuova proprietà nella volontà che rimangano in forza ai poli produttivi senesi». E manterranno il loro posto anche i lavoratori che attualmente sono impiegati nei vaccini antifluenzali, gli unici a non rientrare nell’accordo tra Novartis e GSK. Si tratta di una sessantina di lavoratori che saranno reimpiegati con altra manzione anche perchè la dismissione del vaccino contro l’influenza aveva già preso la strada di Liverpool.
La soddisfazione di Rappuoli «Come Novartis – ha dichiarato Rino Rappuoli, responsabile globale ricerca – avevamo il quinto business al mondo nei vaccini, con Gsk diventiamo numero uno», esprimendo soddisfazione per i nuovi investitori inglesi. La Gsk conta già tre sedi in Italia, a Verona e nelle province di Parma e Milano. «L’acquisizione di Novartis Vaccines potrà migliorare in modo significativo l’ampiezza del nostro portafoglio vaccini, in particolare contro la meningite, con l’aggiunta del Bexsero, un entusiasmante nuovo prodotto per la prevenzione della meningite B», ha commentato Sir Andrew Witty, Chief Executive Officer di GlaxoSmithKline, rassicurando tra le righe il territorio senese. Insomma dagli svizzeri agli inglesi gli interessi su Siena e sulle sue professionalità non sembrano cambiare. Un vaccino contro la crisi?