SIENA – Il tempo si fermerà stasera alle 19.43 proprio come 10 anni fa. Questa volta un minuto silenzio, l’altra un momento che non è ancora diventato passato.
Il 6 marzo 2013 David Rossi precipitava da un finestra della sede di Monte dei Paschi. Quella del suo ufficio, al terzo piano, probabilmente, ma la verità assoluta in questo caso ha fatto di rado di capolino, lasciando l’episodio con tanti punti interrogativi aperti. Mancavano 17 minuti alle 20 e per i 20 successivi (forse qualcosa più) l’allora responsabile della comunicazione della banca rimase sul selciato, in vicolo di Monte Pio, in fin di vita. Quando arrivarono i soccorsi, non c’era più nulla da fare.
La sua discesa verso la morte, per alcuni, era iniziata qualche settimana prima. L’istituto di credito era al centro di un’inchiesta giudiziaria per l’acquisto di Antonveneta, fioccavano gli avvisi di garanzia e Rossi, che non sarà mai indagato, il 19 febbraio subisce una perquisizione domiciliare. Chi lo frequentava, soprattutto professionalmente, ha poi raccontato che il manager fu molto provato dall’esperienza. Così come fu segnato dall’esposto presentato alla Procura di Siena dalla banca il 1 marzo per fuga di notizie. L’indagine alcuni mesi dopo individuò in un membro del cda la responsabilità, ma già il sospetto che David avesse potuto tradire la fiducia dei vertici, fu un duro colpo. Il 4 marzo lo scambio di mail con l’allora ad Fabrizio Viola e la dichiarazione di volerla fare finita.
Due giorni dopo Rossi, a 52 anni ancora da compiere, era morto. Seguiranno due inchieste: una aperta nella primavera 2013 e chiusa nel 2014 per “istigazione al suicidio”, l’altra, su richiesta della famiglia, aperta nel novembre 2015 e terminata nel luglio 2017. Magistrati e giudici differenti, ma stessa conclusione: archiviazione per suicidio. A Genova nel gennaio 2021 viene archiviata l’inchiesta avviata per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione. Nata dalla dichiarazioni su presunti festini, che avrebbero avuto come protagonisti noti personaggi senesi e che in qualche modo avrebbero inciso sulle indagini su Rossi.
Qualche mese dopo la Camera, su richiesta del deputato Walter Rizzetto (FdI), approva l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce su questa morte. Andrà avanti per 14 mesi, prima che l’interruzione anticipata della legislatura decreti la fine dell’attività. Nel mezzo tante testimonianze, non sempre centrate sul caso e utili, ma anche spunti e materiale per dare un seguito a questo lavoro. Così come la maxi-perizia richiesta dai commissari ai reparti speciali dei carabinieri, che si caratterizza per due momenti distinti: il decesso sopraggiunto per gesto volontario e i segni sul corpo di Rossi non compatibili con la caduta.
Quest’ultimo punto, per i famigliari e per chi non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio, quanto basta per chiedere l’apertura di una terza indagine, questa volta per omicidio. Un passaggio che ancora non c’è stato. Ci sarà invece, e solo questione di settimane, quello relativo a una nuova commissione d’inchiesta. Nel calendario dei lavori della Camera la discussione è prevista per il 20 e 21 marzo.
Intanto, la città, stasera alle 19, tornerà a sfilare per le vie del centro storico. Come nel 2016. Oggi come allora per chiedere “verità per David”.