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VOLTERRA – È solo di qualche giorno la notizia dell’inarrestabile calo di residenti che si rileva da ormai decenni nella città di Volterra.

Per l’Istat poco più di 9.400 abitanti, e anche se non si dovrebbe sempre rapportare tutto, si parla di esseri umani, a un freddo calcolo numerico, l’emorragia di residenti deve essere in primis analizzata e poi affrontata con strategie mirate, perché in gioco ci sono servizi essenziali per una comunità, come ospedale, scuole, trasporti.

La situazione è complessa e di respiro nazionale, ma è urgente a questo punto considerarla una priorità per questo territorio, in modo da agire quanto prima creando le condizioni affinché le persone scelgano di vivere a Volterra.
Magari proprio ripartendo dall’idea di quel brand che tanta attenzione aveva suscitato soltanto qualche anno fa.

“Tra la fine del 2020 e inizio 2021, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra lanciò la proposta di un brand Volterra che rappresenti la programmazione economica del territorio – afferma Roberto Pepi presidente della Fondazione CRVolterra – un brand finalizzato non solo alla promozione turistica, già portata avanti dal Consorzio turistico, ma alla promozione dell’artigianato artistico, dell’agricoltura, dell’industria e del commercio, che possono essere maggiormente diffusi e apprezzati non solo a livello nazionale ma internazionale. E durante la pandemia riuscimmo a coinvolgere in questo progetto diversi soggetti, l’amministrazione comunale, il Consorzio turistico, la Pro Volterra e altri che condivisero questa necessità ormai impellente. Poi, tutto si è fermato. Invece bisogna elaborare una strategia unica del territorio che possa essere condivisa e sostenuta anche dalla Regione – continua il presidente – e rendere Volterra competitiva e attrattiva per chi decide di trasferirsi come residente, e per chi già vi abita. È davvero urgente riprendere quel percorso che tanto convincimento aveva suscitato. Perché la madre di tutte le battaglie è quella per aumentare la popolazione. Abbiamo una storia di formazione, cultura e assistenza, qui certi servizi ci sono sempre stati. E non basta mantenerli, ma vanno recuperati, perché specialmente nella sanità ne abbiamo persi tanti, e poi i trasporti pubblici che vanno migliorati in quantità e qualità.

Serve un’economia che porti sviluppo, un progetto a lungo termine che comprenda una vera politica abitativa, del lavoro e delle infrastrutture. Per questo il territorio deve agire unito. Mi chiedo, perché stiamo accettando questa continua discesa senza opporci, questa specie di rassegnazione. La Fondazione CRV ha pensato a delle opportunità, nel bando appena uscito “SOSTENI – AMO IL TERRITORIO”, rivolto agli enti pubblici, intende affrontare le problematiche di una zona fragile, attivando una serie di misure preventive relative ai rischi idrogeologici. Ha poi messo a disposizione gli ampi spazi della Siaf con collegamento wifi per nuovi residenti che lavorini in smart working e per studenti universitari. Sono gocce nel mare, piccoli interventi, ma tutti insieme, ciascuno con le proprie peculiarità, potremo elaborare un marketing territoriale e permettere così a questo territorio di guardare finalmente avanti, al futuro”.

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