HUBERT CIACCIHubert Ciacci è un uomo di altri tempi, personaggio eclettico apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, legato a Montalcino, la sua terra che ama in maniera viscerale. Hubert è un famoso produttore di Brunello, ottimo il suo Villa i Cipressi, un vino vero come lui, austero come la sua barba, delicato e affabile come il suo carattere ma è ancora più conosciuto ed apprezzato come apicoltore. Rileva l’attività di apicoltore del padre che fu uno dei pionieri dell’apicoltura a Montalcino intorno agli anni 40, rapidamente ingrandisce l’attività di apicoltura portandola da 100 alveari tenuti dal padre a circa 300, fino ad arrivare ai 600 attuali ed essere uno dei maggiori produttori Toscani. È membro dellAssociazione Nazionale “Ambasciatori del Miele” e presidente dell’Asga, la prima associazione di apicoltori in Toscana. Con lui ho voluto approfondire questo splendido mondo delle api e del miele uno dei prodotti principi della tavola e per la nostra salute.

Come è nata la tua passione per le api?

«La mia passione per le api è nata seguendo mio padre che faceva l’apicoltore ed io da ragazzo curioso lo seguivo e cercavo di carpire tutti i segreti possibili, ho capito subito che era un mondo meraviglioso e che volevo farne il mio lavoro nella vita».

Da esperto questo può essere un lavoro per un giovane che vuole inventarsi un lavoro? che spazi ci sono?

«L’apicoltore è un lavoro alla portata di tutti i giovani, a meno che non siano allergici al veleno di api, si può iniziare a fare l’apicoltore con un investimento di 20-30mila euro e iniziare a guadagnare già al  secondo anno e in più ci sono spazi enormi per praticare l’apicoltura e per la vendita dei prodotti, miele, polline,  propoli, pappa reale e cera d’api, gli apicoltori in Italia sono circa 50.000 e ci sarebbe spazio per almeno 150mila, si producono dalle alpi alla Sicilia 53 tipi diversi di miele e solo in Italia riusciamo ad avere queste varietà di miele».

Quali caratteristiche deve avere un miele nella fase di degustazione?

«Il miele deve essere smielato dall’alveare quando ha una percentuale di umidità dal 14 al 18% altrimenti non è un miele di qualità e non dura nel tempo poi deve avere un sapore e un odore che devono corrispondere perfettamente alla varietà botanica dichiarata, io sono un degustatore iscritto all’albo nazionale dei degustatori di miele, dobbiamo riconoscere se la varietà corrisponde a quella dichiarata e se ci sono stati difetti nella produzione che possono dare odori estranei».

Come si riconosce un miele buono da uno industriale o meno qualitativo? 

«È molto facile riconoscere un miele industriale da uno artigianale, ci sono mieli solidi perchè più ricchi di glucosio e mieli liquidi perchè piu ricchi di fruttosio, chiaramente se vediamo un miele di acacia solido o un millefiori liquido significa che hanno subito dei trattamenti e non sono naturali, cosi come se vediamo un vasetto sopra liquido e sotto solido, in questo caso significa che il miele ha una percentuale di umidità superiore al 18% ed è in fase di fermentazione».

Quali riconoscimenti hai ricevuto sul miele?

«Ho ricevuto moltissimi riconoscimenti nel corso degli anni e nei tanti concorsi dei mieli a cui ho partecipato».

 Quale è un trucco del mestiere che fa la differenza? 

«È un mestiere dove non ci sono trucchi, bisogna essere preparati sia nella teoria che nella pratica ed è una professione bellissima perchè non si finisce mai di imparare e poi pensateci bene è una delle poche attività di allevamento dove per guadagnare non si deve uccidere l’animale ma anzi curarlo e fare in modo che sia in salute per produrre più miele e questo per un animalista come me è bellissimo».

Le api hanno caratteristiche simili ad altri animali?

«Le api sono differenti dagli altri animali non riconoscono il padrone anche perchè la loro vita è molto breve, circa 3 settimane in estate, però allevando la migliore razza di api che si chiama Ligustica che è italiana e richiesta in tutto il mondo, l’apicoltore avrà delle api mansuete, resistenti alle malattie e grandi produttrici di miele».