salaOp_cardioChUna nuova vita grazie alla ricostruzione del muscolo cardiaco, compromesso da una grave forma di cardiopatia congenita. L’eccellente risultato è stato raggiunto grazie a un delicato e complesso intervento cardiochirurgico effettuato a Siena, presso l’AOU Senese, dall’èquipe diretta dal professor Mario Chiavarelli, responsabile di un programma di alta specializzazione per le cardiopatie congenite negli adulti. «Abbiamo operato un paziente quarantenne portatore di cardiopatia congenita – spiega Chiavarelli – che era stato sottoposto a riparazione completa di difetto del setto interventricolare e interatriale all’età di 7 mesi presso un altro ospedale. In tutti questi anni ha condotto una vita normale ma ha sviluppato gradualmente delle alterazioni cardiache, tra cui incremento della muscolatura ventricolare, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale, che hanno richiesto un nuovo intervento».

Il problema e l’intervento Tutte queste problematiche sono state trattate con la seconda operazione che ha permesso di “rimontare” il cuore in maniera ottimale. «E’ stata sostituita la valvola polmonare con una bioprotesi – illustra Chiavarelli – il tratto di efflusso destro è stato allargato, i fasci muscolari che ostruivano il ventricolo destro sono stati rimossi, e la vena polmonare è stata tunnellizzata in atrio sinistro. Il paziente è stato dimesso dopo 11 giorni e sta costantemente progredendo verso le sue normali attività». La maggioranza dei bambini portatori di cardiopatie congenite, che hanno un’incidenza di uno su 100-200 nati, raggiungono l’età adulta e hanno
bisogno di controlli periodici e in alcuni casi di ulteriori trattamenti cardiochirurgici. «Questi pazienti – aggiunge Chiavarelli – possono presentare uno spettro molto ampio di lesioni congenite e acquisite, che evolvono nel tempo, e possono richiedere interventi mirati di alta specialità e complessità. Il programma senese, supportato da molte specialità e personale infermieristico e tecnico, è in grado di studiare e trattare, con approccio multidisciplinare, pazienti anche molto
complessi».

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