Quando abbiamo un corpo senz’anima. Ecco cos’è la nostra Europa. Perchè stare insieme?
La classe dirigente novecentesca ci aveva insegnato che, laicamente, dovevamo stare insieme perchè era un rafforzativo della nostra economia. E che non dovevamo mischiare valori, declassificati a retaggi o a sentimenti, con le chiare regole di mercato. Quindi l’Europa doveva essere un Super Stato, nel senso di un oltre – Stato, ma senza identità, sacrificato alla religione del politicamente corretto, e con buona vittoria delle ideologie laiciste e materialiste che hanno caratterizzato il secolo. Relegando le radici cristiane a sentimento o scelta del singolo (può una radice storica essere una scelta?!) Adesso però, in un Europa dove davvero il costume è rimasto quello del massimo interesse con il minimo sacrificio, la mia permanenza rimane finchè coincide con convenienza. I cittadini britannici, inglesi, hanno semplicemente fatto due conti. Ci conviene?
Bhè forse no. Ciao e grazie. E a loro potrebbero domani associarsi altri. A seconda.
Siamo alla dittatura del relativismo, come ci ha insegnato Ratzinger, che ci lascia soli, in balìa del nostro io e delle sue voglie. Tralasciando ogni senso del dovere, sacrificato sull’altare delle voglie e dell’opportunismo. Sinceramente sono un Europeista convinto, ma non mi piace questa Europa. O meglio non mi piace questa Non-Europa, perchè la nostra è ancora una unione economica europea e poco più. I nostri padri fondatori, come il nostro grande De Gasperi, avevano ben altro in mente.
Era chiaro che un corpo senz’anima non solo non può durare, ma nemmeno può piacere.
Se vorremmo rimanere uniti, dovremo darci uno scopo, un perchè dello stare insieme. Dovremo condividere un’identità, avere delle basi chiare, e capire la direzione nella quale vogliamo andare. Noi come popoli europei, non la Banca centrale europea.
Quando conosciamo persone anche del lontano est, capiamo le differenze, ma ci sono tantissime cose, valori, usanze che ci legano anche a migliaia di km. Come mai? Sì, la risposta è sempre quella: le radici greco-romane, che sono state il nostro alfabeto, la base del diritto, le strade sulla quale camminavamo e la base degli incontri-scambi, insieme alla religione cristiana, diramata poi in cattolicesimo, ortodossia e protestantesimo, che è non solo una radice, ma anche un pezzo di tronco e qualche ramo del nostro essere, sentire, pensare, valutare. Anche se ce ne accorgiamo solamente quando andiamo in un paese arabo, o nei continenti del lontano Est, i quali, per quanto possono affascinarci, rimangono “diversi-altro”, nel bene e nel male.
Se l’Europa vorrà ritrovare unità, e avere un cammino lungo dovrà tornare a darsi un’anima. Altrimenti, dopo inglesi, che spesso nella storia hanno anticipato i tempi, di “exit” ne avremo altre ed illustri.