Iniziative che devono produrre impatto economico e sociale significativo, coinvolgere la popolazione, aumentare la visibilità e l’autorevolezza sia in Italia che all’estero. Questi sono gli obiettivi immediati del direttore di candidatura per Siena Capitale Europea della Cultura e della squadra di lavoro che lo affianca. Obiettivi da perseguire con iniziative sul territorio allo scopo primario di far sentire proprio a questa comunità il progetto tanto ambizioso quanto portatore di nuova economia. Annunciato anche per l’inizio del 2013 un evento per la presentazione ufficiale del progetto che non potrà fare a meno delle risorse intellettuali, artistiche, storiche e culturali del territorio senese. Quanto alle risorse economiche che a Siena e provincia stanno scarseggiando sempre più, sembrano avviati concretamente contatti con partners internazionali. Il progetto di candidatura vivrà di proposte che vengono dal basso e che saranno accolte in punti di ascolto sul territorio. Alla luce di tutto questo io una proposta allora ce l’avrei: il Capodanno senese nelle mani e nel nome della candidatura a capitale europea della cultura. Potrebbe essere questo l’evento per la presentazione ufficiale del progetto anticipando un po’ i tempi nell’agenda di Pier Luigi Sacco. Ma soprattutto potrebbe essere questa l’occasione migliore per far sentir proprio alla comunità senese un progetto che in questi mesi, diciamocelo, ha rischiato una forte disaffezione. Un Capodanno per dar lustro a quel tessuto culturale che in questa città sopravvive nonostante la crisi e che, seppur a stento, continua a conservare idee, risorse, spunti di riflessione e confronti come linfa vitale di una sopravvivenza nel nome della cultura. Musei spalancati e iniziative e mostre negli spazi a disposizione, quelli chiusi e quelli rimasti aperti. Un fulcro vitale che potrebbe, anzi dovrebbe essere il Santa Maria della Scala all’interno del quale, oltre ad eventi, raccogliere le idee dal basso che siano contributo al progetto di candidatura. Il tessuto socioculturale di questa città, insomma, come primo attore di un Capodanno nel nome della cultura. L’immagine che Siena darebbe sarebbe autorevole e credibile e l’attaccamento a questo progetto diverrebbe forte come non lo è mai stato. Se la crisi davvero non fa paura anche il capodanno nel nome della cultura potrebbe essere un’opportunità.
Una proposta senza pretese, altrimenti resteranno solo due spunti e accapo