VOLTERRA – Si è tenuta nei giorni scorsi la prima riunione operativa per programmare le prossime tappe per il restauro della ‘Deposizione dalla Croce’ di Rosso Fiorentino, opera di proprietà della Parrocchia della Basilica Cattedrale di Volterra (Pisa), reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Friends of Florence.

Il restauro avverrà nei 500 anni dalla realizzazione del capolavoro manierista. Il progetto di restauro è stato avviato dall’ex soprintendente Archeologia, Belle e Arti Paesaggio di Pisa e Livorno, Andrea Muzzi, e portato avanti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, diretta da Esmeralda Valente, con la supervisione del funzionario e storico dell’arte Amedeo Mercurio e della restauratrice Elena Salotti.

Rubeus et alii, Volterra omaggia il genio di Rosso Fiorentino nei 500 anni della Deposizione dalla Croce

La sala di Rosso Fiorentino, dove si conserva il dipinto, dal mese di settembre diventerà un cantiere visibile al pubblico tramite una vetrata; i visitatori, pertanto, potranno osservare in diretta le varie operazioni di restauro, mentre un video-diario, tramite uno schermo posto all’esterno della sala, racconterà la storia dell’opera e illustrerà le varie fasi di lavorazione eseguite da Daniele Rossi e dai suoi collaboratori. Oltre al restauratore Daniele Rossi e all’esperto dei supporti lignei Roberto Buda, erano presenti al primo summit operativo il sindaco di Volterra Giacomo Santi, l’assessore alle culture Dario Danti, il funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno Amedeo Mercurio, l’incaricato dell’ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Diocesi di Volterra, Andrea Falorni, il responsabile del settore cultura del Comune di Volterra, Alessandro Bonsignori, il direttore della pinacoteca civica, Alessandro Furiesi.

La riunione ha dato il via a quello che sarà uno dei cantieri più importanti e interessanti d’Italia. La Deposizione, conosciuta e pubblicata su qualunque testo di storia dell’arte, che ebbe la fortuna di essere apprezzata da Gabriele D’Annunzio e ricostruita fisicamente in fotogrammi cinematografici da Pier Paolo Pasolini, riesce ancora oggi a innescare e sviluppare in artisti contemporanei idee, storie e soluzioni formali e informali per costituire e contaminare nuove forme d’espressione artistica. I restauratori, con la supervisione della Soprintendenza, inizieranno ad operare facendo un lavoro istruttorio di conoscenza della Deposizione attraverso gli strumenti che la scienza moderna mette a disposizione. Infatti, le indagini diagnostiche e le analisi chimiche e fisiche, permetteranno di attraversare gli strati del colore con macchinari che faranno scoprire i segreti che si celano sotto ai colori puri o mescolati di “rosso”, permettendo, così, di decifrare i disegni e i cambiamenti che sono intervenuti durante la realizzazione del dipinto.

Si avranno, quindi, risposte certe sulla composizione della tavolozza pittorica del Rosso e sui leganti che sostengono gli strati pittorici della Deposizione. Inoltre, verranno approfondite la conoscenza del legno e i movimenti intervenuti nella struttura che lo sostiene: il legno, infatti, è ancora vivo e soffre delle compressioni e dei restauri avvenuti nel corso del tempo. Le indagini preliminari e i risultati ottenuti saranno presentati e divulgati in autunno, in occasione della ricorrenza del cinquecentesimo anniversario della realizzazione dell’opera e saranno visibili sia su pannelli che on-line; solo successivamente si procederà al vero e proprio restauro.

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