SIENA – João Freitas, artista portoghese-lussemburghese, che vive e lavora a Bruxelles, si comprende nel tempo.

La conoscenza implica un approccio progressivo al processo che interessa le sue opere. ‘Twofold’, la sua mostra a cura di Esther Biancotti e Jacopo Figura, al Santa Maria della Scala, attraverso accostamenti e attese, è una rivelazione continua.

L’allestimento, con il contributo della Fédération Wallonie Bruxelles, rivela un Freitas evoluto rispetto all’artista che i due curatori avevano già accolto nel 2015, 2018, e ancora nel 2022, alla loro Galleria FuoriCampo. Se prima appariva vocato alla trasformazione della materia, adesso scopriamo un virtuoso del tempo, l’elemento che mette tutto in discussione.

In ‘Twofold’ tutto è duplice: il lavoro di Freitas aggiunge una nuova coreografia alla storia millenaria dell’antico Spedale Santa Maria della Scala, che ha trovato la sua migliore vocazione di polo museale. L’esposizione si sviluppa su vari livelli, reali e simbolici. Al piano terra, nella sala del refettorio, sono proiettati a ciclo continuo tre diversi video. Ognuno mostra una mano che estrae fazzoletti di carta da una scatola, reiterando il movimento fino al loro esaurimento. Al piano inferiore, in una sala del Museo Archeologico al Santa Maria della Scala, un video proietta lo stesso gesto ma, questa volta, l’estrazione degli asciugamani di carta avviene con un movimento verso il basso.

La forma della scatola, diversa in ogni proiezione, non è visibile; si comprende dalla silhouette del fazzoletto. Il fruscio della carta risuona nell’ambiente: una disorientante esperienza sensoriale in cui la delicatezza della soffice carta contrasta con l’attrito asciutto che segna l’estrazione del fazzoletto. La simultaneità delle proiezioni e la sovrapposizione dei suoni, in continua evoluzione, coinvolgono lo spettatore.

«Il lavoro di Freitas, artista apprezzato nello scenario internazionale, si concentra sul concetto di tracce, usura e tempo, per arrivare al cuore delle strutture che modella – spiegano Biancotti e Figura -. ‘Twofold’ interpreta la sovrapposizione delle forme nel tempo: Kronos, l’indeterminato, il quantitativo; e Kairos, la successione degli eventi. La ciclicità del gesto genera immagini diverse ma uguali: entità singole che reciprocamente si autorigenerano. Ogni strappo, congelato nello spazio e nel tempo, apre una nuova scena nella catena della causalità».

Il tempo è anche quello che confronta la contemporaneità di ‘Twofold’ con le antiche storie raffigurate sulle pareti dello Spedale: quei gesti sapienti per scopi assistenziali o devozionali.

Il movimento ascendente delle mani e le pieghe possono essere un umile alterego contemporaneo di quelle superiori immagini generose e sapienti che, nei secoli, continuano a raccontare vita e morte, dolore, cura e rinascita.

‘Twofold’ invita a riflettere sulla transitorietà e la dualità dell’esistenza: l’esile vita di quei fazzoletti e asciugamani genere nuovi attimi e sensazioni nell’imponente esperienza del Santa Maria della Scala: modello universale di assistenza e speranza che oggi si rigenera in un grande processo culturale e architettonico a cui ‘Twofold’ offre il suo contributo .

Vernissage giovedì 30 marzo, ore 18,30 – Fino al 6 maggio; tutti i giorni 10  – 18

www.santamariadellascala.com

 

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