“Tutti i giornalisti toscani eletti nei giorni scorsi negli organismi di rappresentanza dell’Ordine, a livello regionale e nazionale, esprimono in maniera unanime la loro contrarietà al disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche in discussione in Parlamento”. Tutti i neo eletti giornalisti toscani al consiglio nazionale e regionale dell’Ordine prendono posizione contro il ddl sulle intercettazioni e sottoscrivono un documento comune.


Un bavaglio all’informazione – “Al di là di eventuali piccoli correttivi o ritocchi – si legge nel documento – che il Parlamento dovesse approvare nelle ultime battute della discussione, si tratta di un tentativo di mettere un pesante bavaglio all’informazione che, con la minaccia di multe, arresti e altre sanzioni, rischia di rendere vano un valore fondamentale della democrazia, il diritto dei cittadini ad essere informati in maniera corretta e completa. Siamo convinti che non può esserci un pieno dispiegamento di questo diritto senza una completa libertà di stampa”. Il documento prosegue: “In questo senso, sottolineiamo che i giornalisti, attraverso il proprio Ordine, hanno la piena capacità di autoregolamentarsi e, se il caso, di punire e sanzionare i colleghi che vengono meno ai propri doveri etici e deontologici. Per questo ci impegniamo non a difesa della categoria bensì dell’interesse generale di questo Paese e del suo corretto funzionamento per il quale è fondamentale la presenza di un giornalismo libero, moderno, articolato e, soprattutto, non gravato dalla minaccia di ritorsioni e di bavagli da parte del Potere, di qualsiasi orientamento e natura esso sia”.


I giornalisti toscani eletti – Claudio Armini, Carlo Bartoli, Giuseppe Bicci, Pier Luigi Boroni, Luigi Caroppo, Luigi Cobisi, Nicola Coccia, Elisabetta Cosci, Gabriella Guidi, Federico Monechi, Paolo Mori, Fabrizio Morviducci, Francesco Nocentini, Pino Rea, Andrea Sbardellati, Alfredo Scanzani, Franca Selvatici, Stefano Sieni, Michele Taddei.