Tutti a processo. È la richiesta ribadita dai Pm Giordano Baggio e Stefano Civardi durante l’udienza preliminare sul caso Mps nel quale gli imputati sono complessivamente 17, società comprese: sono gli ex vertici e manager del Monte dei Paschi di Siena, della banca tedesca Deutsche Bank e della filiale inglese della giapponese Nomura, e gli stessi tre istituti di credito in qualità di enti. Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d’Italia e Consob.
Respinta l’eccezione di competenza territoriale La richiesta di rinvio a giudizio è stata di nuovo formulata davanti al Gup Livio Cristofano, il quale ha, tra l’altro, respinto l’eccezione di competenza territoriale sollevata dalle difese in favore di Siena.
In un unico filone le inchieste sul caso-Mps I Pm nel loro intervento hanno ricostruito le 4 operazioni al centro della vicenda: quelle sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico. Operazioni, attraverso le quali, per la Procura sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente. Dopo quella dei Pm, la discussione delle parti civili che, su richiesta del giudice, è stata «ridotta all’osso»: si sono tenuti gli interventi dei legali di Conosb e Banca d’Italia ai quali si sono associati gli avvocati di oltre un migliaio di risparmiatori e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Verso la fase dibattimentale Si ritorna in aula il prossimo 4 luglio quanto la parola passerà ai difensori di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, ex vertici di Rocca Salimbeni.