Limitare temporaneamente l’apertura nel centro storico di Lucca di nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande. E’ l’oggetto dell’intesa che Regione e Comune di Lucca hanno sottoscritto oggi. L’intesa prevede la sospensione nel centro storico per tre anni dell’insediamento, anche per trasferimento, di nuove attività di: commercio al dettaglio in sede fissa di prodotti appartenenti al settore merceologico alimentare; somministrazione di alimenti e bevande, comprese le attività di somministrazione svolte in civili abitazioni, quali “home restaurant” o analoghe; produzione, preparazione e/o vendita di prodotti alimentari, a carattere artigianale/industriale, compresa la panificazione. Viene invece consentito, previa acquisizione del titolo abilitativo previsto per legge, l’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande effettuate negli istituti e luoghi della cultura (musei, biblioteche, archivi, parchi e aree archeologiche, complessi monumentali) purché appartengano a soggetti pubblici e siano destinati alla pubblica fruizione; all’interno di librerie, teatri, cinema e musei, qualora la somministrazione abbia carattere accessorio rispetto all’attività principale (la superficie di somministrazione non deve superare il 25 per cento di quella destinata alla funzione principale).

L’assessore Ciuoffo: «Obiettivo salvaguardare un centro storico con caratteristiche peculiari» «E’ una misura che abbiamo concordato con il Comune di Lucca proprio per salvaguardare un centro storico con caratteristiche peculiari – spiega l’assessore regionale al commercio Stefano Ciuoffo -. L’amministrazione lucchese, già a partire dal 2000, ha sempre mostrato una cura ed un’attenzione particolari per questo aspetto proprio per il recente proliferare di nuovi esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Pensate che nel giro di due anni, prendendo in considerazione 2014 e 2015, sono stati aperti 15 nuovi esercizi di questo tipo che vanno ad aggiungersi agli altri già esistenti e che denotano uno sviluppo forse eccessivo se commisurato all’area ristretta in cui si è verificato. Un fiorire di nuove attività, più redditizie rispetto a quelle commerciali tradizionali, con ripercussioni anche sul mercato immobiliare. Come in altri centri urbani toscani, pressati da flussi turistici consistenti, si tratta di tutelare l’identità culturale e storico-architettonica di queste aree e prevenire uno sviluppo disordinato e squilibrato creato dall’apertura di nuove attività commerciali».

Il sindaco e l’Assessore alle attività produttive: «No a città luna park» «Con questo atto prosegue la costruzione della nostra idea di città – dichiarano il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e l’assessore alle attività produttive Valentina Mercanti –  che stiamo portando avanti con tutte le energie a disposizione: una città, quella di Lucca, che si è sempre caratterizzata come custode di splendide tradizioni, intatta nella sua bellezza, ma anche centro di espansione di quelle attività culturali, mercantili, finanziarie, industriali e artigiane che ci hanno resi e continuano a renderci famosi nel mondo. Pizzerie, gelaterie e altre tipologie di offerta turistica stanno ormai togliendo spazio a quelle attività tradizionalmente legate alla residenza. Prima che anche la nostra città diventi un luna park, dobbiamo recuperare quella cultura della programmazione che, attraverso tutti gli strumenti utili, ci consenta di guidare e non subire i processi urbani ed economici».