Adesso che la Toscana rossa non esiste più, ed il centrodestra ha eletto propri sindaci anche nei comuni di Massa, Pisa e Siena, conviene guardare con attenzione – e, personalmente, con molta curiosità – a quelle che potrebbero essere le politiche del turismo da quella parte dello schieramento politico.
A livello nazionale, le indicazioni non sono rassicuranti. L’ipotesi di spostare la competenza turismo al ministero delle politiche agricole è ridicola, ma in linea con quello che sta avvenendo da decenni, con questa delega (effettivamente marginale, essendo il turismo materia regionale) che è passata dal ministero dello sviluppo economico, alla presidenza del consiglio, al ministero dei beni culturali, senza mai trovare pace. Nulla di nuovo, quindi, rispetto agli esecutivi precedenti, siano stati di centrodestra e di centrosinistra.
Anche a livello di Regione Toscana, non si ricordano particolari prese di posizione del centrodestra sul tema del turismo, a fronte di un’attività incessante di convegni, incontri e seminari da parte della giunta di centrosinistra, che ha messo mano anche ad una nuova legge regionale.
E’ dunque a livello comunale, che sarà opportuno concentrare l’attenzione. I programmi elettorali di Luigi De Mossi (sindaco di Siena) e Michele Conti (sindaco di Pisa) dedicano poche parole – di buon senso – al turismo, ma certo altri sono stati i temi centrali delle loro campagne elettorali. Finora l’esperienza più interessante è quella di Arezzo, dove l’assessore al turismo Marcello Comanducci – di professione albergatore, uno che conosce le cose su cui lavora – ha creato la Fondazione Arezzo In Tour per la gestione del turismo. Una fondazione senza scopo di lucro, che ha il Comune di Arezzo come socio fondatore, e che cerca di coniugare felicemente le garanzie e le risorse dell’ente pubblico con la capacità di azione dell’imprenditoria privata.
Bisognerà dare tempo almeno due anni per vedere se e come funziona, e di certo non è assolutamente l’unica soluzione possibile. Ma da questa ondata di centrodestra – almeno io, ma credo anche tanti altri operatori del settore – ci aspettiamo la volontà di fare cose concrete, di poca visibilità politica, ma di diretta e misurabile efficacia. Mettendo sul tavolo soldi veri da spendere in servizi di accoglienza ai turisti ed in opportunità di lavoro per tutti gli operatori.