«Una campagna di comunicazione sul brand Toscana ha un senso, se poi dietro ci sono prodotti turistici e servizi di accoglienza sui singoli territori e coerenti con la campagna stessa». A intervenire sulla polemica scaturita sulla campagna di promozione turistica “Divina Toscana” (leggi) dopo il presidente della Camera di Commercio di Grosseto e vicepresidente nazionale di Unioncamere, Giovanni Lamioni (leggi), è Roberto Guiggiani, presidente di Paim Turismo. «Il problema non è #toscanataroccata – dice -. Quando si parla di promozione turistica della Toscana si sbaglia spesso il bersaglio. Il problema non è scegliere fra il marchio “Toscana” o quello delle singole zone, o se sono più belle le fotografie naturali o le immagini di #toscanataroccata (come passerà alla storia, anche se il nome vero della campagna era “Divina Toscana”). La scelta di un'agenzia regionale al posto delle Apt provinciali sarebbe giusta dal punto di vista tecnico, ma purtroppo Toscana Promozione non riesce a promuovere in maniera efficace né il marchio Toscana, né i singoli territori».
Il legame della Toscana con i territori e l’importanza del confronto Il senso di una campagna di promozione turistica, secondo Guiggiani, sta nel forte legame del nome “Toscana” con i territori che rappresenta: «Lo ripeto da anni: una campagna di comunicazione sul brand Toscana ha un senso, se poi dietro ci sono prodotti turistici e servizi di accoglienza sui singoli territori e coerenti con la campagna stessa – spiega -. Se promuovi il Mare di Toscana, come è stato fatto, quando poi entro nel sito non mi posso limitare ad indicazioni generiche, ma devo trovare prodotti turistici specifici, immediatamente fruibili dal turista, che si chiamano Argentario, Elba, Costa degli Etruschi, Litorale Pisano, Versilia, ecc. perché solo così vado a mèta: gioco il nome forte Toscana e, insieme, anche quello dei territori, capaci di realizzare offerte diversificate e che esaltano quindi le diversità della nostra regione. Ma per avere questo effetto doppio (l'unico davvero efficace) è necessario “sporcarsi le mani”, cioè l'agenzia regionale deve andare sui territori, confrontarsi con gli operatori, selezionare all'insegna della qualità, dire questo sì e questo no, e costruire un prodotto turistico davvero efficace sul mercato nazionale ed internazionale. Naturalmente la scelta non dovrebbe essere arbitraria, ma sulla base di alcuni parametri di qualità, il raggiungimento dei quali sarebbe anche una molla per far crescere gli operatori».
La debolezza della promozione turistica della Toscana «Lo stesso discorso vale per gli eventi – prosegue Guiggiani -: si possono e si devono mettere tutti a livello di notizia, ci mancherebbe, ma ogni anno si deve decidere quali sono i 15-20 eventi davvero capaci di attrarre turismo e su quelli fare un lavoro specifico in termini di costruzione dell'offerta on line e con i tour operator. Ma ci vuole qualcuno, che per incarico e competenza, si assuma la responsabilità di scegliere quali eventi mettere in serie A e quali no. E questa – conclude il presidente di Paim Turismo – è la vera debolezza della promozione turistica della Toscana: la capacità e la responsabilità di fare delle scelte».
L’azione legale contro il presidente Rossi Intanto la polemica su “Divina Toscana” va avanti. E’ notizia di qualche giorno fa che l’agenzia LS&Blu incaricata dalla Regione Toscana di creare la campagna di promozione turistica, ha avviato un’azione legale contro il governatore Enrico Rossi. Un comportamento «arbitrario» quello del presidente Rossi che, con la decisione «di riporre nel cassetto la campagna pubblicitaria Divina Toscana» ha violato «ogni criterio di correttezza e buona fede sempre dimostrato dalla nostra agenzia LS&Blu». A dichiararlo Leonardo Stabile, responsabile dell'agenzia che annuncia di aver «dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede i nostri diritti e ottenere il riconoscimento del danno subito dalla mancata prosecuzione di un contratto adempiuto regolarmente e in modo adeguato» (scarica). Un'azione legale che, oltre a interessare direttamente il governatore Rossi, verrà portata avanti nei confronti di quanti abbiano «espresso giudizi ritenuti diffamatori e lesivi delle professionalità e della dignità dell'agenzia». Nella nota dell’agenzia si ricorda che era stato lo stesso Rossi, dopo le critiche per le foto ritoccate, a dire «che l'agenzia ha svolto il lavoro nel pieno rispetto del bando di assegnazione dell'incarico e per questo – aggiunge Stabile- non comprendiamo la sua decisione che, insieme alla nostra immagine, danneggia la Toscana, che resta priva di una campagna promozionale a supporto degli operatori turistici e dell'economia del territorio». Comportamento, conclude la nota, «sicuramente censurabile e dannoso per le tasche dei contribuenti».
La risposta serafica di Rossi Preso atto dell’azione legale nei suoi confronti, il presidente Rossi ha scritto sul suo profilo Facebook: «La società pubblicitaria autrice della campagna "Divina Toscana", che passerà alla storia come la campagna della Toscana "taroccata", ha deciso di fare un' azione legale contro di me. Credo ancora di avere fatto bene a bloccare quella campagna che non era rispettosa dell' identità e della bellezza della Toscana. E credo che la grande maggioranza dei cittadini della mia regione stia dalla mia parte. Per il resto sono rischi del mestiere di chi come me ha il compito straordinario e entusiamante di rappresentare la Toscana».